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02 dic 2014

Grillo fa un passo indietro

di Luciano Caveri

Beppe Grillo fa un passo indietro dalla politica. Non è un fulmine a ciel sereno e con lui, nella scelta, c'è il suo principale consigliere (i giornali hanno usato spesso il termine "guru") Gianroberto Casaleggio ed il figlio Davide, assai influenti verso il leader e decisivi nella gestione della rete organizzativa e mediatica. Dopo le ennesime espulsioni di parlamentari "non in linea", Grillo ha scritto sul blog quanto segue: «Quando abbiamo intrapreso l'appassionante percorso del Movimento 5 stelle ho assunto il ruolo di garante per assicurare il rispetto dei valori fondanti di questa comunità. Oggi, se vogliamo che questo diventi un Paese migliore, dobbiamo ripartire con più energia ed entusiasmo. Il M5s ha bisogno di una struttura di rappresentanza più ampia di quella attuale. Questo è un dato di fatto. Io, il camper e il blog non bastiamo più». Aggiunge poi: «Sono un po' stanchino, come direbbe Forrest Gump. Quindi pur rimanendo nel ruolo di garante del M5s ho deciso di proporre cinque persone, tra le molte valide, che grazie alle loro diverse storie e competenze opereranno come riferimento più ampio del M5s in particolare sul territorio e in Parlamento. Oggi le propongo in questo ruolo per un voto agli iscritti, in ordine alfabetico: Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia». Il referendum sul sito ha confermato questo "direttorio", ma il suo funzionamento era già stato inquadrato dallo stesso Grillo: «Queste persone si incontreranno regolarmente con me per esaminare la situazione generale, condividere le decisioni più urgenti e costruire, con l'aiuto di tutti, il futuro del Movimento 5 stelle». Insomma: Grillo, pure contestato di fronte alla sua villa al mare in Toscana da alcuni militanti e protagonista di un ruvido "faccia a faccia" con alcuni deputati, fa un passo indietro e oggi molti editoriali sul giornale si spingono più in là delle sue stesse dichiarazioni, dando al suo gesto il senso di un vero e proprio abbandono, che mi pare prematuro non fosse che per la circostanza che molte chiavi del Movimento (simbolo e sito, ad esempio) sono saldamente nelle sue mani. In più i repentini cambi d'umore sono nelle corde del comico genovese, creatore dal nulla di un Movimento che alle ultime politiche aveva avuto un successo clamoroso. Da allora, però, i problemi si sono succeduti e le cose complicate, sino a ieri e all'epilogo, di cui sarà il tempo a dire gli esiti sul Movimento e sugli eletti a Roma come in "periferia". Resta la constatazione di come resti difficile, nella politica, volere la botte piena e la moglie ubriaca. Avere cioè un partito personalista, legato al carisma di un Capo, ed immaginare che questo si possa conciliare con nuove e più democratiche forme partecipative "popolari". E' difficile altresì far convivere forme di mobilitazione tradizionali come la piazza e i comizi di un tempo in cui infiammare le folle e in contemporanea usare Internet come nuova forma di agorà in cui non solo accendere dibattiti e fornire dossier e tracciare linee politiche, ma anche determinare decisioni concrete con forme di consultazione via Web. Ultima contraddizione: entrare massicciamente con eletti in quelle medesime Istituzioni e Palazzi che a voce si contestano in modo radicale e con violenze verbali che Grillo ha usato con una logica di eversione democratica nella linea di uno stile comico diventato tribunizio nelle sue performance oratorie, cui appunto si sommavano le nuove frontiere dell'uso in politica del mondo digitale. Questo miscuglio, di cui va riconosciuta l'originalità e la forza di cambiamento insita, ha sin da subito posto problemi di democrazia interna e equilibrismi fra scelte difficili da conciliare in un crescendo di polemiche. Sino alle novità delle scorse ore, che creano nuovi scenari nella malconcia politica italiana e fanno riflettere ancora una volta sulla crisi dei partiti vecchi e nuovi alla ricerca di formule più confacenti alla nostra società e ai suoi cambiamenti. La democrazia deve cambiare ma non è facile, come dimostra la crisi di Grillo verso il suo stesso Movimento, percorrere strade di rinnovamento efficaci.