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31 ott 2014

Le moderne Catene di Sant'Antonio

di Luciano Caveri

E’ interessante come i "social" sortiscano oggi moderne "Catene di Sant'Antonio", che si diffondono in un battibaleno sul Web, che siano scritti, foto o filmati. Ma questo riguarda anche mode e tendenze. Ma facciamo un passo indietro, ricordando che cosa sono state le "Catene di Sant'Antonio". Così dice "Wikipedia": "Le Catene di Sant'Antonio traggono il proprio nome (nella lingua italiana) dal fenomeno che consisteva nell'inviare per posta lettere ad amici e conoscenti allo scopo di ottenere un aiuto ultraterreno in cambio di preghiere e devozione ai santi (Sant'Antonio è considerato uno dei santi oggetto di maggiore devozione popolare)".

"Negli anni cinquanta del ventesimo secolo erano infatti diffuse lettere che iniziavano con "Recita tre Ave Maria a Sant'Antonio" - continua "Wikipedia" - e proseguivano descrivendo le fortune capitate a chi l'aveva ricopiata e distribuita a parenti e amici e le disgrazie che avevano colpito chi invece ne aveva interrotto la diffusione. Ancor più antica è la versione che circolava durante la prima guerra mondiale sotto forma di preghiera per la pace, che fu interpretata da ministri e funzionari di pubblica sicurezza come propaganda nemica da sopprimere. Un tipo di Catena di Sant'Antonio molto diffuso tra ragazzi negli anni settanta ed ottanta del secolo scorso era quello di spedire una lettera ad un amico sulla quale erano riportati alcuni indirizzi di altre persone. L'amico, una volta ricevuta la lettera, avrebbe dovuto inviare una cartolina della sua città al primo degli indirizzi riportati ed una lettera identica a quella ricevuta ad un certo numero di persone di sua conoscenza, sulla quale avrebbe dovuto riscrivere l'elenco omettendo il primo indirizzo ed inserendo il proprio in fondo all'elenco. Ciò avrebbe dovuto consentire, dopo vari passaggi, di ricevere un gran numero di cartoline, in realtà era difficile che la catena in qualche modo non si rompesse. Nei primi anni ottanta, inoltre, alcune ditte offrirono lavori di rappresentanza promettendo facili guadagni, che in realtà, salvo possedere un'abilità veramente grande, erano destinati a finire ben presto in una bolla di sapone, proprio perché basati sul principio della Catena di Sant'Antonio, molto difficile da applicare a lungo. Un mezzo alternativo di diffusione delle catene rispetto alla posta ordinaria era costituito dallo scrivere i messaggi sulle banconote (in particolare, in Italia, i biglietti da mille lire). I vantaggi risultavano evidenti: la carta moneta consente di passare attraverso un numero enorme di intermediari, evitando inoltre le spese postali. Altro strumento molto utilizzato prima dell'avvento di Internet sono state le fotocopie, che eliminavano la trascrizione manuale, e in seguito i fax, che aggiunsero a questo vantaggio un notevole incremento nella rapidità di diffusione della catena. In seguito anche gli "sms" dei telefoni cellulari sono diventati veicolo di Catene di Sant'Antonio. Le Catene di Sant'Antonio sono un fenomeno che non solo è riuscito a sopravvivere fino ad oggi ma che ha visto una vera e propria esplosione grazie alla diffusione delle e-mail dalla metà degli anni novanta. Attraverso Internet è infatti possibile inoltrare un identico messaggio a tutti i propri conoscenti in pochi secondi, con una singola operazione". Per la cronaca, quando ero all'inizio del mio lavoro giornalistico e poi con la politica, ricevevo parecchie lettere di questo genere, che seguivano la notorietà. Ovvio dire che non sono mai stato superstizioso, per cui era garantito che messaggi del genere - così come le lettere anonime, ma anche le proposte di vendite "piramidali", cui "Wikipedia" fa egualmente cenno - finissero serenamente cestinati. Oggi quel che mi colpisce di più sono, oltre alle petizioni che girano come delle trottole sulla posta elettronica, per non dire degli "spam", vi è quella che definivo all'inizio "mode e tendenze", tipo il bagno gelido che ha impazzato qualche mese fa per sostenere i mamalti di "Sla" o i tuffi nelle acque dei fiumi, che hanno pure causato dei morti. Adesso l’ultimo fenomeno è quello dei clown cattivi. Scrive L'"Obs" (nuova denominazione del vecchio "Le Nouvel Observateur"): "le début de psychose apparu en France ces dernières semaines après plusieurs agressions attribuées à de faux clowns, parfois armés, s'appuie sur l'imagerie glaçante du "clown maléfique", ce personnage effrayant popularisé par la littérature et le cinéma. Le rictus pervers du "Joker" dans "Batman", le regard fou du clown psychopathe en couverture du roman d'épouvante "Ça" de Stephen King, ou les cheveux rouges en pétard du trouble "Tahiti Bob", dans les "Simpsons": ces figures constituent le terreau d'une phobie bien réelle, la "coulrophobie", la peur des clowns". Che poi, diciamoci la verità, visto che anche in Italia qualche imbecille ci giocherà, il periodo non è banale: "a l'approche d'Halloween, période où s'amuse à se faire peur en Amérique du Nord et désormais aussi en Europe à la veille de la Toussaint, c'est avec cette crainte diffuse que semblent jouer les "clowns agressifs". L'origine è abbastanza scontata: "Le phénomène arrive tout droit des Etats-Unis. Le clown de Wasco, un projet artistique montrant des photos de clowns dans la ville du même nom, a suscité bien des imitations. Alors que plusieurs clowns effrayants ont été aperçus en Californie, en Floride ou au Nouveau Mexique, le clown de Wasco gagnait en popularité sur les réseaux sociaux, avec un compte "Twitter" (désactivé), un compte "Instagram" (vidé) et une page "Facebook". Mais rien ne dit que ces comptes soient liés aux incidents constatés par la Police. Des clowns avaient déjà perturbé le Royaume-Uni en 2013. Le clown de Northampton, à 100 km de Londres, avait pour habitude de regarder fixement les passants, un bouquet de ballons gonflables à la main. Il avait connu son heure de gloire sur "Facebook" avant d’être démasqué. Il avait affirmé avoir voulu "amuser les gens". Les petits rigolos qui revêtent l’habit de cirque pourraient aussi s’être inspiré des canulars de la société italienne "DmPranksProductions", qui montrent un clown commettre de (faux) crimes sanglants sous le regard effrayé des passants". Insomma nella moda pare esserci una parte anche italiana. Quel che è certo è che oggi, nel bene e nel male, il Web incide pesantemente sulla vita nostra e della società in cui viviamo.