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22 ott 2014

Il Paese dove le mucche sono regine

di Luciano Caveri

Guardavo, giusto ieri pomeriggio in un prato, una placida mandria di mucche al pascolo. E' un'immagine agreste tradizionale, rassicurante nella sua fissità e nello scampanio ipnotico, per chi abiti in Valle d'Aosta, dove il mondo rurale è a portata di mano. In queste ore, semmai, quel che colpisce è l'improvvisa flamblé di caldo di una "estate di San Martino" anzitempo o, come la chiamano i francesi, di "été indien" o "des Indiens" di matrice nordamericana, ricopiata dall'inglese dai francofoni del Canada. Ne godono di sicuro anche le bovine e ne godiamo anche noi esseri umani. Mi ripeto nel ribadire quanto i colori autunnali e l'azzurro del cielo esaltino i paesaggi della nostra Valle. Se fosse possibile, mi piacerebbe molto avvicinarmi a queste "mucche normali" e chiedere loro un pensiero - verrebbe da dire un muggito - sulle loro colleghe che, incinte d'ordinanza come da tradizione, si cimenteranno quest'oggi nelle "Batailles" alla Croix-Noire di Saint-Christophe. Queste bovine combattenti, in sfide corna contro corna, nel solco di una propensione naturale da parte delle bovine più aggressive per la loro supremazia sul resto della mandria, chissà come potrebbero essere viste dalle altre, quelle che non hanno quella voglia di battersi e atteggiamenti e sguardi che mettono paura. Meglio stare loro distanti quando si battono, come ben sanno gli operatori televisivi che in modo guardingo seguono i combattimenti, che possono essere fulminei o lunghissimi, ma sempre con quelle pizzico di incertezza sugli esiti. Questo vuol dire che ci si può trovare faccia a faccia (anzi, muso) con una bovina al galoppo e se si finisce sotto c'è poco da scherzare, perché è come finire sotto una macchina in corsa. Sono stato il primo in televisione a fare la telecronaca delle "Reines", ormai molti anni fa. Quel mondo non mi era oscuro con un papà veterinario, pure specializzato nella cura - specie di certi problemi ovarici - delle bovine da "combat". Per cui, anche per documentazione, ho approfondito il tema: chi fa una telecronaca di questo genere sa che ci possono essere buchi da riempire e bisogna sapere come farlo e cosa dire. Da politico - confesso - ho sempre fatto il mio dovere di presenza o di premiazione, specie alla finale. Ma ho avuto colleghi che, invece, non perdevano un'eliminatoria o per vera passione o nella convinzione di tirar su dei voti. Le foto conclusive con le vincitrici vedono talvolta più politici addossati alla "Reina" che proprietari festanti. In queste ore, ma con una piccola particina, parteciperò alla diretta dei "Programmi", che ho l’onore di guidare, fra le 9.45 e le 11.30 di questa mattina su "Rai3" negli spazi - debitamente allungati - in dotazione a "RaiVd'A" (poi dalle ore 18 alle 19 la telecronaca vera e propria sarà nelle mani della redazione). Ci sarà questa volta il pullman dell'esterna di Bologna, in passato c'erano state Torino e Milano, e i miei colleghi Marco Brunet, Katia Berruquier (cui spetta gran parte della nostra diretta) e Gianfranco Ialongo dovranno fare agli amici bolognesi un piccolo corso accelerato su che cosa siano le "Reines" e come si svolgerà il lungo pomeriggio delle eliminatorie fino al far della sera, se non della notte. Oggi sarà una giornata di sole e dunque l'attesa sarà comunque piacevole. Una giornata interessante per tutta un'area geografica attorno al Monte Bianco, dove - come diceva un libro sul Valais, ma vale anche per noi e la Savoia - si trova "le Pays où les vaches sont Reines".