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18 ago 2014

Augusto anche a Ferragosto

di Luciano Caveri

In questi giorni si ricorda la morte di Cesare Ottaviano Augusto ed quanto per altro si sta facendo da un annetto, ad esempio con una mostra prestigiosa al Quirinale, che si è tenuta a Roma e poi è stata spostata a Parigi (dove lo spot televisivo è stato fatto, nelle vesti di Augusto, dall'attore valdostano Pierre Lucat, che, come potete vedere sotto, doveva apparire stranito di fronte alla città moderna). In Valle - con la storia della "spending review" che ha azzerato il settore cultura - il programma dei festeggiamenti è striminzito e messo assieme all'ultimo, anche se la data era nota da alcuni secoli... Il Nostro - agli onori con il celebre Arco nella nostra Aosta - morì duemila anni fa, il 19 agosto del 14 d.C. a Nola, anche se poi ovviamente venne seppellito in un mausoleo a Roma. Aveva 77 anni, età di tutto rispetto nell'antichità, tenuto conto che sin da giovane era pieno di acciacchi. Ma, si sa, che i dittatori tengono duro... Giorni fa notavo come il caso, più che un eccentrico legame culturale che non vedrei nelle corde della "Protezione civile", abbia collegato quella cittadina del napoletano con la nostra Valle, legata già nel suo nome al Princeps (Aosta è Augusta Prætoria, città coloniale, nata dopo la sconfitta dei Salassi, popolo montanaro, vittima della crudeltà dell'augusto Augusto). Se il Vesuvio esplodesse, infatti, i trentamila abitanti della città dove morì il primo imperatore, se davvero sfuggissero al dramma dell'eruzione in tempo, verrebbero trasferiti armi e bagagli - nella ripartizione per Regione degli sfollati - in Valle d'Aosta. Strana liaison. Pensavo ad Augusto, che è stato un creatore di un imbattibile culto della personalità e di una manipolazione della storia scritta a sua esaltazione, proprio in riferimento al mese che stiamo vivendo e alla giornata di oggi. Qui siamo davvero di fronte ad un "uno-due" senza eguali. Agosto trova, infatti, la sua origine nell'antica Roma, e nasce per volontà del già citato Augusto, che pure passò da una decisione nell'anno 8 a.C. assunta formalmente dal Senato romano. Ma fu Augusto, in realtà, che volle intestarsi questo mese, dedicandoselo. E fu lui stesso a togliere un giorno a febrarius, febbraio, in modo che il mese con il suo nome avesse lo stesso numero di giorni di quello di Giulio Cesare, così il mese di luglio ed agosto sono gli unici due mesi contigui che contano trentun giorni. E ciò ha resistito sino ad oggi e ormai si è assestato, dando ad Augusto anche questa posterità. Ma gli arriva, di riflesso, anche la seconda esaltazione rimasta ai posteri, il Ferragosto. Infatti la parola Ferragosto deriva dal latino, "Feriae Augusti", la festa pagana, introdotta in onore dell'imperatore romano Augusto, con cui, dal primo giorno del mese di agosto si celebrava la raccolta dei cereali. Tale celebrazione che di solito veniva festeggiata più avanti in settembre, alla fine del ciclo della stagione estiva, venne spostata sempre da Augusto all'inizio del mese che porta il suo nome. Le "Feriae augusti" si dipanavano tra riti collettivi e banchetti, bevute e momenti erotici libertini, a cui tutti potevano partecipare, comprese schiavi e serve. Queste festività che raggiungevano il loro picco il 15 del mese, dunque come oggi in una sola giornata a bagordi limitati. Feste così radicate che la Chiesa decise, come in altri casi tipo Natale, di cristianizzarle, piuttosto che provare a sradicarle. Così, nel secolo VI, le "Feriae augusti" vennero assorbite e trasformate nella ben più seria celebrazione dell'Assunzione in cielo di Maria Vergine che, terminata la sua vita terrena, fu elevata alla gloria celeste. Oggi la parte pagana della festa è il Ferragosto, giorno di vacanza con grigliate, bevute e, per chi è lì, gavettoni in spiaggia, mentre la parte cattolica celebra appunto la Madonna. Ma dietro a tutto c'è lo zampino di Cesare Ottaviano Augusto e il suo sforzo riuscito di imprimere dove poteva il suo nome. Si dice che prima di morire avesse recitato in greco la formula di rito, pronunciata di solito alla fine delle commedie: «Se la commedia è stata di vostro gradimento, applaudite e tutti insieme manifestate la vostra gioia». Sapeva di avere recitato bene la propria vita, anche se la rilettura storica fissa con chiarezza i lati oscuri meno visibili. Buon Ferragosto!