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06 giu 2014

Povero "Mont-Blanc"...

di Luciano Caveri

Il mondo è bello perché è vario e mai bisogna fidarsi delle apparenze. Infatti, anche quella che pare essere normalità, cela chissà quali retroscena, che ottengono risultati diversi dalle previsioni più banali. E' definitivo: Courmayeur non avrà, nella dizione ufficiale, l'addendo "Mont-Blanc", in analogia con quanto avviene a Chamonix e in altre località francesi "au pied du Mont-Blanc". La mancanza del quorum al referendum comunale ha, infatti, "bocciato" la proposta senza possibilità di appello. Esprimo il mio dispiacere, perché la montagna più alta d'Europa è un simbolo che bene si coniugava con la nostra località turistica. Un label amministrativo, che poteva consentire un'immediata collocazione geografica. Molte le tesi che sono state usate in queste ore per giustificare l'astensionismo. La data prescelta, quando molti lassù sono in vacanza. Una protesta sorda verso la Giunta Derriard per ragioni locali o per i legami strettissimi con la Giunta regionale. Un disinteresse reale sul tema proposto. Persino chi - poveri noi - voleva "Monte Bianco" in italiano e avversava il toponimo francofono. O, infine, una mancata partecipazione al voto, come protesta generica, perché le priorità sarebbero ben altre. Lascio perdere chi si lamenta dell'esistenza di un quorum, visto che la questione era ben nota e lamentarsene, a conti fatti, non serve. Non serve neppure evocare il sistema referendario svizzero, che non obbliga ad oltrepassare un certo numero di votanti per avere la validità, ma ha delle particolarità istituzionali, che non sono comparabili. Ad esempio a livello federale non contano solo i voti, ma anche la maggioranza dei Cantoni. Non so francamente dire quale sia stata davvero la causa dell'insuccesso, ma gli sfottò per avere montato una macchina referendaria rimasta in garage non sono di certo mancati. Il più divertente è quello che fa il verso al milanese "figo", che propone l'abbreviato "Curma" (ma ci starebbe anche il romanesco "Curmayè"), che fa fine e non impegna sul piano internazionale... Due considerazioni finali. La prima questione che resta comunque irrisolta - di cui chissà che prima o poi la Regione, che sarebbe autonoma, non se occupi - riguarda il problema che affrontai in Parlamento sui confini. Ricordo che la cartografia francese si è impossessata da molti anni della vetta del Bianco e che sistemi di georeferenziazione, come "Google Maps", hanno preso per buona l'appropriazione indebita e diffondono il verbo al livello mondiale. Malgrado, come ho scritto molte volte, abbiano torto marcio e non solo sulla base di chi ha studiato le vicende cartografiche, ma perché dietro le carte ci sono Trattati internazionali, che non sono carta straccia e chi non li rispetta dovrebbe essere sanzionato. La seconda considerazione è che ci si lamenta sempre che le nostre grandi montagne (Monte Bianco, Cervino e Monte Rosa) siano più conosciute per gli altrui versanti a Nord delle Alpi, piuttosto che per i versanti valdostani che ci riguardano. Il mancato inserimento di "Mont-Blanc" - dichiarazione al mondo dal valore non solo promozionale ma anche affettivo - rende il mugugno meno credibile che in passato. Chissà che magari un Comune come Ayas non si lanci nella sfida, cercando di vincerla, aggiungendo al proprio nome un bel "Mont Rose"...