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12 mar 2014

Animali nei modi di dire

di Luciano Caveri

La cosa straordinaria dei modi di dire - e oggi ne parlo perché scopro con orrore di aver trattato solo temi "ponderosi" nell’ultimo periodo - è che li usiamo ormai in modo automatico. Tranne che càpiti, come a me, di avere un bambino di tre anni, che cerca di apprendere il linguaggio e, quando usi un’espressione curiosa, incomincia a chiedertene conto. Specie se - di questo dirò - hanno a che fare con quella straordinaria vastità di espressioni che usiamo correntemente, avendo a che fare con il mondo animale. Faccio qualche esempio, in ordine alfabetico, di quanto ha suscitato curiosità e una serie di domande a raffica con il «perché?» come assoluto protagonista. "Stare stretti come acciughe" o "Specchietto per le allodole" sono due espressioni che adopero spesso e che vanno spiegate con lunghi racconti di pesca e di caccia, che in genere accendono ulteriori domande nel piccolo. Piu facile risolverla con “Essere un'aquila”, che pure può avere un significato ironico esattamente contrario all’essere intelligente, mentre spiegoni mica da ridere comportano due modi di dire per me usuali come “Credere che l'asino voli" o “Lavare la testa all'asino”, per una cosa che è inutile. “Essere come un cane bastonato” è facilmente spendibile, così come “Salvare capra e cavoli”. Idem si può dire per “Febbre da cavallo”, mentre “Lacrime di coccodrillo” è già complesso e altrettanto si può dire per “Avere una memoria da elefante”, “Far ridere i polli” ed “Insegnare ai gatti ad arrampicare”. “Non c'è trippa per gatti” è difficilissima e ricorda il celebre sindaco di Roma, Ernesto Nathan, che notò nel bilancio comunale la voce "frattaglie per gatti" e ne chiese spiegazione. Serviva per sfamare la colonia felina che serviva a difendere dai topi i documenti custoditi negli uffici e negli archivi capitolini. Voce cancellata, da cui nacque l’espressione in romanesco. “Mangiare come un lupo” l’ha capita subito, perché è quel che fa, come il beneaugurale “In bocca al lupo!” Facile anche il mio “Gettare le perle ai porci” e, al risveglio, “Dormire come una marmotta” e il severo “Zitto e mosca!”. “Vendere la pelle dell'orso prima di averlo preso” gli entrerà prima o poi in testa assieme al classico “Fare il pesce in barile” e “Prendere due piccioni con una fava”. “Cavalcare la tigre” mi sembra prematuro, così come “La montagna ha partorito un topolino” e “Chiudere la stalla quando sono fuggiti i buoi” e anche “Fare come la volpe con l'uva”. “Pane e volpe”, pur difficile, l’ho già spiegata...