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23 gen 2014

Neppure i fiocchi di neve son tutti uguali

di Luciano Caveri

Stamattina, guardando fuori dalla finestra a La Salle, mi sono incantato, grazie ad una bella nevicata in corso, pensando a quanto sono fortunato a vivere in una Regione alpina. Anche elementi come questi uniformano il pensiero di una comunità, senza scomodare autori come Aristotele o Platone, Jean Bodin e la complessa teoria sull'influenza del clima sui popoli di Montesquieu. Guardavo da un'ampia vetrata - uno dei segni architettonici delle costruzioni, numerose nella zona, dell'ingegner Paolo Jaccod - e mi domandavo come i turisti presenti nella sala da pranzo, all'ora della piccola colazione, interpretassero la cosa. Ad esempio: una giornata "buttata" perché non è granché sciare o un privilegio di cui godersi lo spettacolo? Io trovo che, nei fiocchi di neve che cadono, esista qualcosa di ipnotico e di solenne, come un calmante naturale, che invita alla riflessione. Un panorama innevato è carico di suggestione: è come uno spazio da osservare per riempirlo con i propri pensieri. Trovo che i paesaggi non debbano mai essere sottostimati e spesso chi abita da tanto tempo in un luogo finisce per abituarsi e l'abitudine è una cattiva consigliera. Peccato, però, che la neve in Italia sia considerata una calamità. Questo deriva dall'evidenza che su Roma si concentra l'informazione radiotelevisiva. Per cui, nevicando nella Capitale rarissimamente, il meteo e i servizi sulla neve dipingono sempre ingenui scenari da tregenda e i montanari come poveracci, cui tocca la malasorte di essere "vittime" della neve. Questi tic culturali vanno combattuti, perché sono forme che dimostrano come il centralismo, che in politica è quanto di peggio possa esserci, ha delle radici prepolitiche, che finiscono per impoverire elementi che dovrebbero, invece, essere forieri di ricchezza. E l'Italia, Paese ingovernabile se si pensa di farlo imponendo modelliste uguali per territori diversi, dovrebbe, invece, fare della diversità un elemento forte. Chiudete gli occhi e pensate proprio alla varietà di paesaggi e a quanto le caratteristiche di quei territori corrispondano al genius loci di popoli la cui "fusione" potrebbe essere un elemento di fierezza. Se non ci fosse chi - e sono troppi - vorrebbe soffocare ogni differenza. Neppure i fiocchi di neve sono tutti uguali!