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17 ott 2013

Contro la memoria corta

di Luciano Caveri

Il concetto d'urgenza è in Valle d’Aosta, per chi oggi gestisce il potere, cangiante come i cieli autunnali, a seconda delle necessità. Si tratta di una constatazione, che potrebbe pure divertire, come rappresentazione grottesca di una certa concezione del potere come declinante parabola umana, ma la verità è che i danni che si cagionano sono reali e pericolosi. La denuncia non serve come inutile lamentazione verso il cielo, ma come utile insegnamento per tracciare una linea da oltrepassare. Perché certe storie e certi atteggiamenti appartengano al passato e non tornino più, facendo parte, semmai, di una galleria degli orrori/errori da tenere presente per non tornare mai sui propri passi.

Ricordo la legge sulla grande distribuzione: se non la si fosse fatta da un giorno all'altro sarebbe caduto il mondo (o forse la costruzione di un ipermercato). Poi, preso il tempo necessario, si è fatta la legge regionale. Aggiungo, per la cronaca, che in questi ultimi mesi i sudtirolesi si sono mossi per avere delle eccezioni per il loro territorio, mentre da noi non si è ritenuto opportuno farlo. Si vede che la liberalizzazione piace. Ricordo ancora la legge di riforma dell'ordinamento degli Enti locali: in coda all'ultima Legislatura regionale sembrava che se non si fosse fatta da oggi al domani chissà quale sciagura avrebbe investito la Valle d'Aosta. Da allora il dibattito langue e ci si è occupati semmai di come regolare gli appalti per le forniture, perché «c'est l’argent qui fait la guerre». Vale anche l'inverso. Quando "qualcuno" diceva: «attenzione perché il Casinò sarà sottoposto ad un feroce piano di ristrutturazione», la smentita era d'obbligo e persino con toni risentiti. Un assessore in carica oggi in Regione diceva in sala: «invenzioni di Caveri». Poi è arrivata la batosta: bisogna fare subito un "taglio" con riduzioni di personale. Strano ma vero. Qualcuno diceva, mesi fa, che sulla reale situazione finanziaria della Regione si nascondeva la polvere sotto il tappeto. Risposta: «stiamo benissimo e il nuovo riparto fiscale funziona come un orologio svizzero». In queste ore, invece, si annuncia una Finanziaria 2014 "lacrime e sangue", come se nulla fosse, confidando evidentemente su una generale memoria corta. Questo va ricordato e gli esempi da aggiungere sarebbero molteplici. Intendiamoci bene: nessuno nega la gravità della situazione e intende sottrarsi ai doveri politici conseguenti. Inoltre, fatemelo dire, nessuno nega il proprio passato, ma è proprio l'esperienza accumulata - per chi ce l'ha - a dire che il degrado ha oggi raggiunto livelli impensabili, quando un sistema implode ed esplode, rischiando di portare via autonomia speciale e benessere della nostra comunità. Più in volte, in queste serate di incontri e di dialogo politico, mi rendo conto di come sia necessario svelare tutta una serie di arcani per contrastare questa politica delle "camarille" e delle "stanze segrete". Questo significa rinnovare, avendo coscienza di che cosa c'era prima, con memoria storica e prudenza. Si tratta di una necessità di cambiamento che va operata con decisione, ma senza violenze o traumi. Con la dolcezza e la convinzione che non si opera per interessi personali o per sostituire un "clan" con un altro, ma per una Valle d'Aosta degna della sua Storia.