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08 ott 2013

Come un sacco vuoto

di Luciano Caveri

Per chi conosce i luoghi della politica e li ha percorsi per molti anni, gli avvenimenti odierni - dimissioni farlocche a favor di telecamere di un Popolo della Libertà sdegnato, almeno fino al week-end - fanno montare la carogna e ti prudono le mani, tanto da dover scrivere anzitempo, rispetto al ritmo di un post al giorno, degno di una prescrizione medica. Prendete uno scienziato pazzo, che sia un giusto compromesso fra il noir, la fantascienza e i fumetti, e prendete una Repubblica di un Paese europeo e ditegli di sforzarsi per creare la situazione più complessa da perdere la bussola e ogni riferimento. Dubito che farebbe di meglio/peggio di quanto avviene, in politica, nell'Italia di oggi. Se avessimo voglia, potremmo imbarcarci in una dotta disamina degli schieramenti politici. Sulla Destra di Silvio Berlusconi cosa dire? E' una sorpresa continua, mutevole come un giorno di primavera, neppure i suoi gli stanno più dietro fra appelli da statista maturo e rugne da bambino dell'asilo. Personaggio degno della commedia umana alla Molière. Al Centro ormai c'è un buco nero: la terza via sembra ridotta come la modernizzazione della "Salerno - Reggio Calabria". Mario Monti è il fantasma del Louvre. A Sinistra non capisco bene: chi vivrà vedrà. A naso direi che dovrebbe spuntare Matteo Renzi, ma è attorniato da trappole come quelle per i castori . E in fondo al tunnel potrebbe esserci persino una scissione. Dei "grillini" francamente non so dire, perché - per mia ignoranza - resta un fenomeno nazionale insondabile e misterioso, che ha già i suoi guai interni e divisioni prossime venture. Della Lega, che sulla litigiosità non ha niente da insegnare a nessuno, non si capisce più niente e direi un onesto "nebbia in Val Padana". In mezzo a questo mare tempestoso, c'è un vecchio nocchiero, che sperava di svernare in qualche posto, dopo decenni di navigazione nelle perigliose acque della politica: Giorgio Napolitano, che ho sempre ammirato, ma ultimamente non sempre capito. Mi è sembrato che, a fin di bene, avesse un po' allargato il Quirinale, occupando spazi altrui, ma non per smania di potere, ma per supplire alla crescente inconsistenza di larga parte della politica. Ora potrebbe decidere di salire sulla scialuppa di salvataggio e andarsene a riva, lasciando la "nave maledetta" alla deriva. Questa cronica incertezza, cui non è per nulla immune una Valle d'Aosta, dove si respira sempre più l'aria di una "Ancien Régime", prima di una salutare e pacifica rivoluzione, crea apprensione e sconcerto. Non è questione di elezioni con vecchia o nuova legge, di riforme costituzionali grandi o piccine, di ideologie, ideologismi, idealità, idealismo e le altre, molte varianti. E' questione che esiste la serietà di comportamenti e l'impegno nelle cose da fare. Oggi - lo dico senza voler essere offensivo per chi se ne intende - mi sento come di fronte a certe opere di arte moderna in cui inizi, per mascherare ignoranza e catatonia, a guardare da diverse prospettive l'"opera". Vai via che non hai capito un tubo e resti con una sorta di vuoto. Oggi mi sento vuoto, come un sacco.