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26 set 2013

Attenti a caminetti e stufe

di Luciano Caveri

La lettura è vivamente sconsigliata a chi concepisce la serata romantica per antonomasia di fronte ad un camino occhi negli occhi oppure ai fautori della classica polenta cotta sulla stufa a legna in paiolo in rame. Se avete un'anima ecologista potreste sentirvi in colpa per il destino del pianeta... "In Pianura Padana c'è troppo smog e l'Europa sanziona l'Italia". La cattiva notizia non stupisce chiunque abbia visitato, in diversi mesi dell'anno, qualcuna delle grandi o medie città del Nord Italia e sia rimasto colpito dalla situazione. Basta respirare per capire che non sono delle storie, ma un degrado che crea sconcerto nell'Unione europea, mentre, nelle zone interessate, ci si è quasi abituati a convivere con un'aria nociva. Ma malattie di vario genere, alcune di evidente gravità, incombono sui cittadini, specie i più a rischio, che sono anziani e bambini. Non a caso il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha incontrato, giorni fa, rappresentanti delle Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Valle d'Aosta e delle Province autonome di Trento e Bolzano per affrontare - così si spiegava nella lettera di convocazione - i problemi dell’inquinamento atmosferico nel bacino padano, dove situazioni climatiche ben note tendono a creare un pernicioso effetto "ristagno", per altro visibilissimo, in certe stagioni, dall'alto delle nostre montagne. Quel che colpisce è che in questo, accanto alle responsabilità preminenti del traffico e dell'inquinamento di origine industriale, c'è in prima fila, sul banco degli imputati, uno degli emblemi della valdostanità e delle zone di montagna: il bel caminetto scoppiettante, simbolo millenario del focolare domestico. Mezzo di riscaldamento tradizionale, tornato in auge con la crisi economica, malgrado i rischi derivanti dalle polveri sottili e dagli ossidi di azoto, contenuti nel fumo di combustione. Alla legna comune, che ha variabili gradi di pericolosità, si somma la diffusione di pellet, di legno lavorato e di cippato. Ovvio che il grado di gravità di impatto sull'ambiente e sulla salute umana cambiano a seconda degli impianti e dei filtri che consentono l'eliminazione o la riduzione delle sostanze nocive. Interessante quel che scriveva, giorni fa, "L'Adige": "Economica (fa risparmiare in gasolio e metano), rassicurante, tradizionale. La stufa, la cara vecchia "fornasèla" è amata, prima ancora che diffusa, in Trentino: assieme a stufe a olle, caminetti e altri sistemi di riscaldamento a legna, è presente nelle case di oltre sei famiglie su dieci. Peccato che rappresenti una delle più micidiali minacce per l'ambiente: per questo la Provincia sta approntando un piano di incentivi, per la sostituzione degli apparecchi più datati o per l'installazione di speciali filtri per le canne fumarie: a disposizione ci sono già le risorse, da reperire tra il milione e mezzo di euro che costituisce la dotazione dei fondi - recentemente unificati - per la lotta ai cambiamenti climatici e per lo sviluppo sostenibile". Sono sempre soldi ben spesi, perché, alla fine, una larga parte dell'inquinamento atmosferico deriva anche da comportamenti soggettivi.