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03 set 2013

Della Liguria e non solo

di Luciano Caveri

I Caveri, ovviamente nella linea parentale paterna, vengono dalla Liguria, in origine da Genova e poi da Moneglia e anche mia mamma, Timo di cognome, viene da Imperia, precisamente dall'antico insediamento dei Liguri Ingauni di Castelvecchio di Oneglia, città che fu - assieme a Nizza - per secoli lo sbocco al mare dei Savoia. Il mio bisnonno, Paul, poco dopo l'Unità d'Italia, arrivò ad Aosta, come sotto-Prefetto e dunque i miei figli sono ormai i Caveri in Valle d'Aosta di quinta generazione. Mio zio Séverin, che ci teneva alla rete parentale, ha spiegato, in un suo libro, l'intrico derivante dai matrimoni qui in Valle. Però, per le lunghe vacanze sin da piccolo per più di due decenni e per molte frequentazioni in politica, conosco bene la Riviera di Ponente e penso di aver conosciuto bene i liguri, che hanno dietro alle loro coste una montagna, dove si fondono Alpi ed Appennini. Ovviamente è difficile individuare una sola tipologia, perché si farebbe solo della caricatura, ma è vero che in questa piccola Regione, proprio per l'intelligenza dei suoi abitanti, restano grandi chance di sviluppo, pensando che è il naturale sbocco al mare per milioni di persone che vivono nelle Regioni giusto a ridosso. Purtroppo la politica di sviluppo del dopoguerra è stata devastante e speculativa e io stesso, quando vedo certi scempi, rispetto ai ricordi della mia infanzia, soffro di tanti sbagli di fronte a un patrimonio così unico. Penso che sarebbe bello se una delle missioni dell'Euroregione Alp Med, ammesso che prima o poi abbia un vero status giuridico e non viva nel limbo attuale che rischia di farne una barzelletta, fosse quella di ricucire le vecchie ferite del passato e ragionare su di uno sviluppo organico di quel pezzo di Mediterraneo che va dalla provincia di La Spezia sino alla Camargue, attraverso zone straordinarie, segnate da uno spessore di civiltà che si sono incrociate. Chi lo ha capito è pure il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, che dopo aver preso una serie di nasate da Parigi, come il mancato allungamento sino alla sua città della linea ferroviaria del "Tgv", ha cominciato a guardare - come fanno altri politici della grande Regione di Provence-Alpes-Côte d'Azur - verso la Liguria in un logica di prossimità territoriale, che ha radici storiche e culturali profonde. Questa è la vera Europa, la stessa che agisce da collante per le Alpi, che sono un altro dei territori di Alp Med, perché del mare abbiamo detto, ma dietro ci sono le montagne che come serpenti di roccia segnano, con un massiccio lunghissimo, l'Europa e la nostra parte è quella delle Alpi più alte. Questa commistione mare e montagna finisce per essere rappresentata in modo evidente dagli abitanti storici, non quelli baciati dal Fisco, del Principato di Monaco - di cui il Principe Alberto è esempio - perché sono mediterranei che amano e frequentano la montagna, non a caso, proporzionalmente, vantano un grande club alpino. Sarò un utopista o un visionario, che poi sono più o meno la stessa cosa, ma a me questa Europa che destruttura le vecchie armature in cui sono stati costretti i popoli europei, con confini spesso stupidi e rozzi, piace moltissimo. Penso che sia il futuro, di cui godranno i nostri figli e questo fa della Valle d'Aosta un ponte naturale. La scelta è essere "cul de sac" o "testa di ponte" nel dialogo fra l'area francofona e l'Italia. Io nel sacco non ci voglio stare! Così per la Liguria, che ha nel mare la sua sorgente e nell'entroterra le sue radici.