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29 ago 2013

Una legge sulla prostituzione

di Luciano Caveri

L'altro giorno, in un residuato stradale sulla statale, poco prima di Chambave, ho visto spuntare, anche in Valle d'Aosta, l'ultima modalità di prostituzione da strada, visibilissima da sempre lungo le strade in pianura: la prostituta con sedia di plastica al seguito, seduta ad aspettar clienti. In Valle di "professioniste" ce ne sono parecchie, come dappertutto. Alcune sono "lavoratrici autonome", ma la maggior parte sono inquadrate da "protettori" di vari livelli: dal balordo di turno alla criminalità organizzata. La variante originale in Valle è rappresentata dalla "mondana" (come si scriveva una volta sui giornali) automunita, che si posiziona in modo strategico, più o meno sempre nella stessa piazzola, con allettante scorcio di gamba o sorriso ammiccante. Mentre più usuali sono la modalità agli angoli della strada o da "bar simpatici" - come avviene, con entrambe le tipologie, a Saint-Vincent - o la modalità dell'appartamento "ospitale" che, leggendo certi annunci sui giornali, ha consentito in qualche zona di Aosta un boom delle locazioni. Intendiamoci subito: io non ho alcun intento moralistico nello scrivere di queste cose, perché solo in Italia si può accettare che una legge del 1958, la famosa "legge Merlin" - dal nome della deputata socialista Lina Merlin - che abolì giustamente le "case di tolleranza o chiuse" ("casini" o "bordelli" nel linguaggio corrente) dell'epoca, sia ancora in vigore, in un mondo che muta e basta pensare - in ultimo - alle diverse modalità di uso della Rete. La filosofia italiana, che dice "chiudiamo una cosa e eliminiamo il problema" si è dimostrata ipocrita: l'offerta si è scaricata sulle strade e perfezionata in tratte di ragazze a livello internazionale e corrisponde - girala come vuoi, ma è così - ad una domanda che è insita nella natura umana e non solo al maschile. Per cui logiche dei divieti da proclama e non regolatrici del problema - fiscalità compresa - non portano da nessuna parte, perché "fatta la legge, trovato l'inganno" e in Italia gli inganni, che hanno ingrassato le mafie, durano da più di cinquant'anni. Pare ormai certo che saranno chiamati ad esprimersi i cittadini, per un referendum già depositato in Cassazione, che prevede un'abrogazione totale della legge Merlin, il nome con cui è appunto la nota la legge 20 febbraio 1958 numero 75. Ma vi è anche la raccolta di firme in corso, su spinta di sindaci veneti, per una sua abrogazione parziale. Un referendum, minacciato e svolto, costringerà il Parlamento - sonnolento sulla materia per una serie di ragioni - ad occuparsi della questione. Nell'Unione Europea il tema di un'armonizzazione legislativa è finora un tabù e non sarebbe facile, visto che si va dal proibizionismo totale, con prostituzione vietata per legge, come in Svezia, a forme di regolamentazione per legge in Paesi come Germania, Olanda, Svizzera, Austria, ma anche Grecia, Regno Unito, Ungheria e Lettonia. Formule diverse che si sommano a situazioni di apertura di fatto ma non di diritto, compresa appunto l'ambigua situazione italiana, ormai sfuggita di mano e piena di formule creative per ingannare la regolamentazione obsoleta, con le Forze dell'ordine spesso nell'impossibilità di agire. E' bene che un referendum riapra il dibattito, obbligando a decisioni certe e definitive, in linea con i tempi e ovviamente con una logica di tutela per chi scelga - per propria decisione - di praticare questo mestiere. Chi dice il contrario o ha gli occhi ricoperti di pelle di salame o è in malafede.