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29 ago 2013

Senza malinconie

di Luciano Caveri

"Fugit inreparabile tempus", scriveva Virgilio, esprimendo quel senso che - specie dopo una certa età - diventa un rumore di fondo nella propria vita, soprattutto quando hai la fortuna di poter vedere, come avviene con il impronte lasciate sulla sabbia in una spiaggia, il bel pezzo di cammino già percorso. Eppure è vero che questa estate è passata particolarmente in fretta. Mi piacerebbe poterla tirare come un elastico, ma le giornate che si accorciano e i colori che stanno mutando con lentezza infinitesimale sono il disegno della stagione declinante.

Riconosco il mio stato d'animo in una poesia di Attilio Bertolucci, laddove scrive:

"Come agosto finisce, la mattina dopo una notte di pioggia si sente (il cielo è più profondo) che l'autunno sta per venire; ci si guarda intorno e non si sa che fare: tutto è fresco, rinnovato da uno smalto malinconico di perplessità! Allora si gironzola, si sta zitti, sappiamo che c'è tempo, ma che pure l'anno dovrà morire, ed il bel cielo, il verde verniciato delle piante, il rosso delle ruote ad asciugare, l'incudine che suona di lontano, lento cuore del giorno, tutto parla d'una partenza prossima, un addio. La memoria è una strada che si perde e si ritrova dopo un'ansia breve, tranquilla: già nel sole di settembre scottante sulla schiena è un'altra estate, che le vespe ronzando sulle ceste dell'uva bianca indorano, e si mischia al loro volo il rumore nascosto e perenne del grano che ventila un vecchio attento e polveroso".

L'autunno che verrà sarà difficile in Italia e in Valle d'Aosta e in Europa e nel mondo - con i venti di guerra - è difficile essere ottimisti. E' come se le circostanze negative volessero d'improvviso colpire una generazione privilegiata come la mia e quelle prima e dopo. Una specie di prova del fuoco, che costringe ciascuno di noi, le nostre famiglie e le nostre comunità - compresi i valdostani - a ricentrare il nostro modo di essere. Finita la sorpresa e assorbita la botta, penso che non si possa far altro che affrontare la realtà e immergersi nella soluzione dei problemi. Nessuno lo farà per noi se non noi stessi, guardando avanti, scuotendoci dalle malinconie.