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06 lug 2013

Giovanni Paolo II verso la santità

di Luciano Caveri

Chi sbandiera la fede in politica, con ostentazione sospetta magari rispetto al suo vero animo o ai suoi comportamenti, non gode della mia considerazione. Non discuto chi, per convinzione, si fa portavoce di certi valori cattolici - che sono nella tradizione profonda della comunità valdostana - ma chi gioca con etichette e con atteggiamenti tra l'esibizione e la propaganda non mi piace, anche se ognuno resta libero di fare quel che vuole. La fede, quella vera, è una grazia e mi ha colpito molto il fatto di avere avuto la fortuna nella mia vita di incontrare Giovanni Paolo II. Beatificato il primo maggio del 2011, Karol Wojtyla, il Papa polacco amico della Valle d'Aosta, sarà - la notizia è fresca - proclamato santo a tempo di record. I giornali dicono che la data possibile per la proclamazione potrebbe essere l'8 dicembre, Festa dell'Immacolata, ed era ben nota la devozione di Wojtyla per la Madonna. Il suo motto, "Totus tuus", lo aveva scelto proprio come sottolineatura di questo legame. Mi venne raccontato come restò sorpreso della forte devozione mariana sulle Alpi, compresa quella Madonna Nera, del tutto uguale alla Vergine Nera di Częstochowa, cui Giovanni Paolo II era devoto, vista la vicinanza con la "sua" Cracovia. Città che ho visitato più di una volta, in parte sulle tracce del Santo Padre. Ricordo cosa disse Giovanni Paolo II sul Mont Chétif a Courmayeur, domenica 7 settembre 1986, in occasione della prima visita in Valle: «Rinnovo questo appello alla vigilia del giorno in cui la Chiesa festeggia la Natività della Vergine santissima. Maria è la madre dell'umanità redenta, perché è la madre di Cristo, il Redentore. Nessuno più della madre è in grado di favorire la reciproca comprensione e l'intima coesione tra i componenti della famiglia. E l'Europa è una famiglia di popoli, legati fra loro dai vincoli di una comune ascendenza religiosa. A Maria rivolgo pertanto la mia preghiera perché voglia guardare con occhio di materna benevolenza all'Europa, a questo continente costellato di innumerevoli santuari a lei dedicati. Possa la sua intercessione ottenere agli europei di oggi il senso vivo di quegli indistruttibili valori, che imposero l'Europa di ieri all'ammirazione del mondo, promuovendone l'avanzamento verso traguardi prestigiosi di cultura e di benessere». Un Papa Santo, che ha detto cose importanti dall'alto delle nostre montagne - ad esempio, come nel caso, sull'europeismo in un ragionamento più vasto in quell'intervento - e questa ormai è Storia. Ricordo che proprio quel giorno, nel pomeriggio, il Pontefice salì in elicottero per camminare sotto la cima del Monte Bianco, poco prima evocato, con la guida Franco Garda che seguiva i suoi passi sul ghiacciaio, piuttosto "aperto" in quella stagione, con la paura che un crepaccio lo inghiottisse!