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12 giu 2013

Le "speciali" del Nord

di Luciano Caveri

Entro l'autunno si ricomporrà il quadro delle Regioni a Statuto speciale del Nord, impegnate nelle elezioni per il passaggio di Legislatura. Ha cominciato il Friuli-Venezia Giulia, la più giovane delle autonomie differenziate, con la vittoria del centro-sinistra con la nuova presidente Debora Serracchiani, uno dei volti nuovi della politica italiana. La sua è una curiosa "success story", visto che è una romana diventata friulana di adozione, che spuntò in politica il 21 marzo di quattro anni fa, quando - da sconosciuta divenne famosa - per un intervento all'Assemblea dei Circoli del Partito Democratico contro la dirigenza del partito. Ha detto cose importanti sulla "specialità" e il fatto che abbia vinto le elezioni in un momento di crisi del suo partito la accredita come un'esponente importante. Poi ci sono state le elezioni da noi, in Valle d'Aosta, dove la coalizione autonomista conservatrice ha vinto per un pelo e si è confermata la leadership del presidente Augusto Rollandin che, pur indebolito, mirerà - ma sarà difficile che possa farlo senza ostacoli - a fare e disfare come da suo carattere immodificabile, anzi peggiorato dall'età. La sua gestione della "specialità" si vede da sola con le "campagne esterne" contro la Valle d'Aosta, che sono conseguenza dalla sua concezione spregiudicata del potere. Una triste vicenda che ci fa essere, come credibilità, il fanalino di coda fra le speciali del Nord. In autunno tocca al Trentino-Alto Adige/SüdTirol o meglio - visto che la Regione non conta niente - alle due Province autonome di Trento e di Bolzano/Bozen. Nel primo caso, i trentini si troveranno - e la situazione è assai confusa - nel "dopo Dellai", visto che il presidente Lorenzo Dellai, diventato deputato nelle liste di Mario Monti (scelta, per me, inspiegabile), ha lasciato il suo ruolo di capo dell'Esecutivo. Idem in terra sudtirolese, dove si chiude la lunghissima (24 anni) "monarchia costituzionale" - la chiamo così scherzosamente - del presidentissimo Luis Durnwalder. In casa Südtiroler Volkspartei, i popolari del Tirolo del Sud, ci sono state battaglie sanguinose, da cui è emerso, con l'uso di primarie vere, il nome del successore. Si tratta del "rottamatore" Arno Kompatscher, che ha vinto con l'82,4 per cento le primarie. Una sorpresa questo successo del presidente del "Consorzio dei Comuni", che a soli 42 anni ha battuto in modo secco Elmar Pichler Rolle, già segretario del partito ed attuale assessore provinciale. Vedremo tra qualche mese l'esito delle urne. Certo è che, senza un fronte comune per le speciali del Nord, le cose non andranno bene, sapendo che sono loro ad essere nel mirino. La Sicilia, malgrado una storia pessima di gestione dell'autonomia, resta "intoccabile" e la recente norma d'attuazione con correzione in crescita del riparto fiscale lascia esterrefatti e qualche dubbio vale anche per la Sardegna con una norma recentissima di allentamento del "Patto di stabilità". Chi ha i conti a posto viene punito, chi non li ha viene premiato. Viva l'Italia!