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28 mar 2013

Il perdono di San Bernardo

di Luciano Caveri

Nel bel sito santiebeati.it c'è una scheda sintetica - tratta da "Avvenire" - di un Santo che mi è tanto simpatico, San Bernardo, che così recita: "Dal 1923 è patrono degli alpinisti, ha dato il suo nome a due celebri passi alpini e anche alla simpatica razza canina dotata di botticella per il salvataggio in montagna. E' san Bernardo di Mentone, che in realtà, però, non sarebbe nato nella località della Savoia, come si legge in una cronaca del XV secolo, ma ad Aosta intorno al 1020. Divenuto arcidiacono e, poi, Agostiniano, gli venne affidato l'incarico di ripristinare il valico detto "Mons Jovis". Si narra che per far ciò dovette lottare contro le pretese di un demonio e alla fine lo precipitò giù da una rupe. Di sicuro c'è che, partendo dall'abbazia svizzera di Bourg-Saint-Pierre, fondò un monastero in cima a quello che oggi è il Gran San Bernardo. A quota 2.470 metri è un posto di sosta e ospitalità per viaggiatori e pellegrini, nonché l'abitato più elevato d'Europa. Al santo viene attribuita anche la costruzione del cenobio in cima al Piccolo San Bernardo. Morì a Novara nel 1081". Due precisazioni. La prima è che non a caso a farlo Santo è stato quel lombardo "Papa alpinista", Pio XI, che - quando era ancora solo Achille Ratti - scalava le nostre montagne. La seconda è che i cani San Bernardo la botticella al collo l'hanno avuta solo nell'iconografia e mai nella realtà. Questa lunga premessa è per affidarmi alla bontà del Santo, che immagino estenda la sua protezione anche agli sciatori, per aver osato ieri mattina sciare "indoor" a Dubai. Ho sciato su tutte le nevi della nostra Valle e non solo, cominciando da bambino, con esperienze straordinarie su diversi terreni. Ma è la prima volta che mi trovo in un capannone con temperatura -3 - con il deserto a pochi passi! - e con neve artificiale fredda e compatta con uno scenario finto alpino all'interno con una seggiovia, uno skilift e un sacco di giochi per bambini da snowpark. Ci sono anche maestri di sci, di non gran livello, vestiti di giallo, che fanno lezione, ed il personale agli impianti mi è parso in prevalenza sudcoreano. Per sciare vieni dotato di tuta, sci, scarponi con calze e i bastoni per una spesa di sessanta euro per sciare due ore. Devi comperarti i guanti e poi sei pronto ad un'escursione termica mica da ridere. Capisco che può essere considerato "contro natura" e politicamente scorretto questo grosso frigo ai Tropici, che dimostra quella megalomania di cui Dubai trasuda e che la recessione ha ora, in parte, messo in crisi, ma è anche un'esperienza così bizzarra da essere indimenticabile. Se San Bernardo mi perdona...