Se il Papa venisse dal Québec?

Il cardinale 'papabile' Marc OuelletAver dato all'Università un esame di "Storia della Chiesa" e aver letto alcuni libri di vario genere su temi analoghi (tra cui "Histoire de l'Église d'Aoste" di mio zio, Séverin Caveri, che racconta del particolarismo della Chiesa valdostana) non mi legittimano - se non con i polsi che tremano - ad occuparmi del Conclave che inizierà domani.
Ma il tema non è banale, pensando a due circostanze. La prima, evidente nelle sue implicazioni, è che la Valle d'Aosta è un Paese in larga prevalenza cattolico e dunque quel che capiterà a Roma si rifletterà in modo evidente anche sulla nostra comunità. La seconda è che i casi della Storia hanno fatto sì che gli ultimi due Papi, il polacco Karol Wojtyla e il tedesco Josef Ratzinger, siano stati legati - specie Giovanni Paolo II con ben dieci visite - alla Valle con le loro vacanze e non solo. In passato al massimo qualche Pontefice era transitato per la Valle, ma senza alcun legame con il territorio.
Ora per la Chiesa, dopo la scelta di abbandono di Benedetto XVI e la nascita della bizzarra figura del "Papa Emerito", si apre un passaggio importante, visto che il clima di divisioni e di scandali che avvelena tutto quel che ruota attorno alla Santa Sede.
Chi arriverà dovrà confrontarsi con una modernizzazione necessaria e con riflessioni su argomenti politici e sociali indispensabili.
Da domani nella Cappella Sistina - pensa che posto! - i 115 cardinali dovranno scegliere e in lizza ci sono l'arcivescovo di Milano Angelo Scola (71 anni), candidato dei riformatori non italiani insieme al franco canadese Marc Ouellet (68 anni).
I candidati dei "tradizionalisti", oggi in al governo in Vaticano, sono il brasiliano Odilo Pedro Scherer (63 anni) arcivescovo di San Paolo insieme all'argentino Leonardo Sandri (69 anni) prefetto delle chiese orientali e al singalese Malcolm Ranjith (65) arcivescovo di Colombo.
Certo il québécois Ouellet, pur essendo un conservatore e per questo non sono mancate certe polemiche durante il suo apostolato su problemi di diritti civili, avrebbe un'attenzione alla diversità culturale che altri non potrebbero garantire proprio per "l'eccezione" rappresentata dal Québec e l'ascesa al soglio di Pietro sarebbe un punto a favore per il mondo della francofonia, cui - pur in piccolo - anche i valdostani appartengono.

Commenti

Innocenzo V...

forse aveva radici valdostane.

Questa mi è nuova...

oggi studio.

La cosa che mi colpisce...

è che in ogni dove si sventolano caratteristiche sperate nel nuovo Pontefice.
Quindi il dimissionario aveva delle carenze ed ha fatto un favore a dare le dimissioni?

Considerando che...

nella stragrande maggioranza dei casi, l'uomo, per sua natura, è molto attratto dal potere e fa di tutto (veramente di tutto, basta guardarsi in giro) per non privarsene, le dimissioni del Papa suscitano in me pensieri contrapposti.
Il primo è che probabilmente il Papa uscente è umanamente diverso da tutti gli altri potenti, non è così egoisticamente attaccato al potere quindi preferisce, per il bene della Chiesa, ritirarsi e lasciare il posto a qualcun altro. Ma credo che se non avesse ambizioni di potere, difficilmente sarebbe diventato Papa.
Il secondo è che possa aver visto o ha assistito a qualcosa che l'ha indotto al ritiro e, magari perché non in grado di reggere la pressione di tale situazione, abbia preferito fare un passo indietro.
Il terzo è che qualcuno abbia scelto per lui e l'abbia indotto a ritirarsi.
Io, che non amo la dietrologia, mi "bevo" la versione ufficiale. Però faccio molta più fatica a bermi la dichiarazione della Prestigiacomo di ieri sera a "Ballarò" quando, con innocente sorriso finto-ma-quasi-vero, affermava che la manifestazione al tribunale di Milano da parte dei parlamentari del PdL è avvenuta senza il consenso di Berlusconi.
Evidentemente, e la realtà purtroppo dà loro ragione, ci prendono tutti per fessi.

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