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02 mar 2013

La corsa ad ostacoli per la pensione

di Luciano Caveri

Vivo sempre con curiosità le vicissitudini di amici e colleghi che si avvicinano alla pensione. In questo periodo alla macchinetta del caffè, rito mattutino che cementa la comunità, si parla spesso con coloro che sono in trepidante attesa di notizie, specie quando - il periodo è propizio - si propongono "scivoli" per far dimagrire gli organici delle aziende. Nulla a che fare con i fortunelli in pensione da decenni noti come "baby pensionati" e neppure con quelli che tra "scale", "scalone" e "scalini" sono giunti all'agognata meta, mi riferisco proprio ai dolenti degli anni Cinquanta che hanno una probabilità di pensione che somiglia ad un orizzonte sempre mobile e, appena ti avvicini al momento topico, la data buona si sposta in avanti e la pensione si immiserisce per via dei calcoli sempre peggiorativi. Sono storie di vita quotidiana in cui spicca come una figura mitica quello "bravo" di un certo patronato che sgattaiola come un gatto nell'intrico di una materia da iniziati, con linguaggio misteriosofico da cui deve discendere, alla fine, la certezza del diritto e cioè il giorno, mese e l'anno in cui si può lasciare il lavoro. Gli ostacoli stanno nel legislatore, in alcuni enti previdenziali vivi, morti o moribondi, nel mistero di quelle che noi umani chiamiamo "marchette" e nella realtà fattuale dei percorsi lavorativi di ciascuno di noi tra il primo contributo versato, i ricongiungimenti, il riscatto della laurea o del militare e avanti di questo passo in una corsa ad ostacoli degna del miglior atleta. Le riforme pensionistiche, costate in Italia "lacrime e sangue", sono considerate le più draconiane possibili e poi basta leggere i giornali per essere depressi. Ecco una delle ultime notizie: "Profondo rosso per l’Inps. Lo evidenzia il bilancio di previsione per il 2013 dell’istituto nazionale di previdenza approvato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) - con due voti contrari della delegazione Uil - che parla di 10,721 miliardi di euro di disavanzo finanziario di competenza, con un incremento di 2,762 miliardi rispetto al disavanzo di 7,959 miliardi delle previsioni aggiornate 2012. Sul dato pesa il rosso dell'ex Inpdap, l'ente di previdenza della pubblica amministrazione che è stato accorpato con l'Inps". Aiuto!