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11 gen 2013

La vigilia

di Luciano Caveri

Alla vigilia del Consiglio Valle, nel quale - atto concreto e non più annuncio "extraparlamentare" - lascerò il Gruppo dell'Union Valdôtaine, sono obbligato oggi a guardarmi indietro per l'ultima volta, almeno in questi frangenti che sono molto coinvolgenti dal punto di vista emotivo. Lo faccio con il rispetto dovuto per le istituzioni della nostra autonomia e senza alcun compiacimento: nella propria esistenza ci sono passaggi difficili da non sottostimare, ma neppure da drammatizzare. C'est la vie. E tuttavia registro sulla scelta un interesse che va al di là della "rottura" come espressione di un gruppo, perché ho l'impressione che ci sia un'onda montante in una parte del popolo valdostano che travolgerà molte certezze e comporterà salutari cambiamenti, di cui mi sento fautore e compartecipe. A dispetto di chi mi vuole male! Nato in una famiglia unionista e legata alle radici del Mouvement, mi trovai da ragazzino ad essere una mosca bianca perché della Jeunesse Valdôtaine. Poi, dopo anni di giornalismo che mi assorbirono completamente, la lunga galoppata in 25 anni, per nome e per conto dell'Union Valdôtaine e grazie alla fiducia degli elettori valdostani, nei diversi ruoli ricoperti, dove ho sempre cercato di fare tutto con l'impegno necessario. Sono stato fuori Valle, a Roma come a Bruxelles, il "valdostano" Caveri e la stessa passione l'ho messa qui in Valle. Oggi sono a un punto a capo, frutto degli eventi e un giorno - a freddo come dovrà essere - racconterò per filo e per segno come e perché si sia giunti alla rottura, dolorosa ma necessaria. Non mi sento né «traditore» né «vile» e qualunque altro epiteto arriverà lo accetterò volentieri, specie se conosco la caratura di chi lo pronuncia. Io da parte mia sono sereno e a posto con la mia coscienza, altri non so, ed alla fine non mi interessa. Io ho idee, valori, speranze che non ritrovavo più nella vecchia casa in cui ho vissuto e lavorato per anni e in cui fatti e circostanze non mi consentono più di riconoscermi. Mi spiace e sono rispettoso con chi resta, ma pretendo di avere altrettanto rispetto e soprattutto,per favore, nessuna lezioncina morale! Quel che conta ormai è il futuro e la certezza che un messaggio chiaro e coraggioso alimenti una nuova stagione. Ad multos annos!