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02 gen 2013

A Hône il 3 gennaio

di Luciano Caveri

Ad un'azione corrisponde una reazione. E' normale che sia così e dunque quando - assieme ad altri e siamo in tanti - abbiamo deciso di intraprendere la strada per la nascita di un nuovo soggetto politico era chiaro che non sarebbero state rose e fiori. Sapevo bene perciò che accuse più o meno forti sarebbero venute da esponenti dell'Union Valdôtaine, con cui ho vissuto un lungo cammino nella mia storia personale e politica, che non condividono la scelta da noi assunta di andarcene non rinnovando più l'iscrizione. Ricordo come in epoca non sospetta, quando ero nel Mouvement, avevo segnalato un declino proprio nelle iscrizioni di cui capire le ragioni e una crescente mancata corrispondenza fra le adesioni e il numero di voti, come ben si vedrà nel caso di primarie unioniste per scegliere i candidati con paesi dove ormai a votare saranno poche decine di persone. Ma questo è ormai il passato e sono problemi di altri. Personalmente non mi volterò più indietro, perché i rimpianti non servono a niente e non mi farò impegolare in polemiche inutili, che servirebbero solo a capire come in certi casi si sia caduti in basso. Sono stufo della polemica sull'unità quando ho visto scomparire ogni forma di confronto e verificare come sia vero il famoso detto «predica bene e razzola male». Non sono una "mammoletta", per carità, ma mi sento la coscienza a posto per il lavoro svolto per la Valle d'Aosta nei diversi ruoli ricoperti e in questo contano i fatti e non i veleni e sfido chiunque a dire che non sono una persona onesta. Il resto non conta e ho abbastanza energie per sopportare le critiche e gli attacchi personali. Ora quel che conta è guardare avanti, costruendo qualcosa di nuovo in cui riversare esperienze, idee e speranze e questo non significa tradimento ma essere semmai coerenti con le proprie convinzioni. Ringrazio qui pubblicamente le moltissime persone, in numero superiore ad ogni aspettativa e segno del desiderio di qualche cosa di nuovo in cui impegnarsi, che in vario modo si sono manifestate per esprimere sostegno, simpatia e partecipazione alla decisione maturata nel tempo. Non c'è stata mai una logica di complotto - come qualcuno si ostina a dire con debolezza di argomentazioni - ma un processo di maturazione della consapevolezza che "cambiare dal di dentro" era impossibile. Lo ribadisco a chi ancora oggi sostiene che questa poteva essere un'opzione. Un giorno verrà in cui la grande famiglia unionista, obbligata ad una diaspora dolorosa, tornerà sotto lo stesso tetto, quando la casa potrà essere di nuovo condivisa. Sono certo che questo capiterà ma intanto bisogna organizzarsi diversamente. Per questo dopo Fénis, con una sala gremita e una discussione vivace, si torna in campo nel 2013 per proseguire il nuovo progetto politico. L'appuntamento è per giovedì 3 gennaio nel salone comunale di Hône, alle ore 20, per una discussione, tra l'altro, su logo e denominazione su cui si è creata una certa aspettativa. Si va avanti e questo mi fa piacere. Sarò un "vecchio" della politica, ma credo di poter investire me stesso in qualche cosa di utile, specie per quei tanti giovani che finalmente ho visto riavvicinarsi alla politica senza convenienze o "do ut des", ma perché credono nella necessità di impegnarsi nel futuro della loro comunità.