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29 dic 2012

Il controllo del territorio

di Luciano Caveri

Un recente fatto di cronaca nera - una tentata rapina ad un furgone portavalori, di cui pare siano già stati individuati gli autori - ha destato preoccupazione in una realtà come quella valdostana, dove per fortuna episodi di questa gravità sono rari. Basta scorrere le statistiche per rendersi conto di come gli episodi criminosi siano per fortuna limitati, anche se è evidente - e l'ho segnalato in molte occasioni - esiste un grado di preoccupazione nella popolazione che, pur non corrispondendo a fatti reali, deve avere come risposta un'accresciuta vigilanza. Dunque è un bene non abbassare mai la guardia e questo significa una visione attenta dal grande al piccolo. Mi riferisco, in questa sorta di scala delle minacce, ai fenomeni di infiltrazione mafiosa, oggetto di una serie di accertamenti di una Commissione speciale del Consiglio Valle che hanno confermato come non si debbano sottostimare i rischi all'allarme sociale - pur nella parte bassa della pericolosità - per il fenomeno odioso dei furti in appartamento che periodicamente flagellano diverse zone della Regione. In ogni caso resta evidente come risulti giusta la scelta della diffusione sui territori comunali di reti di videosorveglianza che consentano di controllare capillarmente il territorio e si è visto come ormai, in qualunque tipo d'indagine, le registrazioni possano risultare utili per l'identificazione dei malfattori. Certo resta un problema ancora più importante, vale da dire un uso delle telecamere che consenta un controllo preventivo in tempo reale. Il complessivo ridursi delle risorse pubbliche non aiuta di certo e si sa bene come anche le forze dell'ordine abbiano subito e subiscano diminuzioni di uomini e di mezzi e vi è una concentrazione delle risorse disponibili, che di certo ci penalizza, in quelle zone dove la pericolosità è di gran lunga più elevata di quanto avvenga in territori a bassa incidenza di fenomeni criminali come la nostra. Le nuove tecnologie dunque aiutano molto, ma lo sforzo vero sta non solo nella messa in rete dei sistemi di videosorveglianza esistenti e nella progettazione intelligente di quelli nuovi sempre più sofisticati, ma anche nel coordinamento delle diverse polizie per poter avere una visione di quanto sta avvenendo nelle differenti zone del territorio regionale per ottenere una risposta immediata e rapida. Un uso esclusivamente ex post - a fatti avvenuti - sarebbe davvero limitato rispetto alle potenzialità che possono evitare che certi eventi si verifichino. I problemi di privacy - per evitare che questi sistemi si insinuino nella vita privata dei cittadini con una logica da set del "Grande Fratello" - sono risolti dalle regole fissate dal legislatore e dalle autorità di vigilanza del settore. Credo per altro che tutti siamo disponibili a rinunciare a qualcosa in favore di una maggior tranquillità.