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15 ott 2012

Il Nobel della Pace per noi europei

di Luciano Caveri

"Per oltre sessant'anni ha contibuito all'avanzamento della pace, della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa". Questa la motivazione per il "Nobel" per la Pace, assegnato quest'anno all'Unione Europea. Certo verrebbe voglia di spulciare i premiati - persone e organizzazioni - dal 1901 ad oggi per capire come si è evoluto il premio, comprese le ciambelle non venute con il buco. Ma quel che conta è capire il senso del premio di quest'anno ed esprimere, nel mio piccolo, un giudizio. Il senso è facile da capire: è incalcolabile quanto sangue sia colato per le guerre attraverso il Vecchio Continente e quanta sofferenza ci sia stata in una vera e propria escalation che ha riguardato il secolo scorso, quel "secolo breve", come lo aveva definito quella mente geniale che è stato lo storico britannico Eric Hobsbawm, morto poco tempo fa a 95 anni. Ed è indubitabile che le istituzioni comunitarie nate e maturate nel secondo dopoguerra sino all'attuale Unione siano il frutto dell'orrore. Come un fiore nato d'improvviso nel terribile film in bianco e nero di guerre, battaglie, stragi, genocidi e tutta una stratificazione di eventi tragici e luttuosi di cui gli europei di oggi devono avere buona memoria. Le Istituzioni europee, oggi in crisi di credibilità e a distanze siderali dai cittadini che dovrebbero rappresentare, sono state un potente strumento che, come un antidoto, ha trasformato in regole politiche e economiche quel che una volta veniva risolto con le armi a disposizione: dalla clava alla bomba atomica che paralizzò nella "Guerra Fredda" la nascente integrazione europea, pur con i movimenti di alti e bassi con cui si è lentamente affermata. Lo dico sempre ai giovani che incontro: pensate a questo aspetto dell'Europa e troverete una storia avvincente da studiare. Ci ho pensato parecchie volte nel mio lavoro al Parlamento europeo ed al "Comitato delle Regioni" quando ho imparato a conoscere gli "altri" europei, un tempo a rotazione amici nemici degli uni e degli altri, prigionieri di odi e pregiudizi. Oggi la pur flebile politica europea è una vittoria contro la Morte, maledetta creatura che con la sua falce ha portato via tante vite per colpa della Guerra con le sue diverse e feroci maschere, ma la Pace - fragile come una colomba con cui spesso la si rappresenta - alla fine è qui e io non sono stato mai al fronte, sotto un bombardamento, con la fame per le privazioni, terrorizzato dai gas o dalla minaccia della "Bomba H", come la si chiamava quando ero bambino. Io sono un cittadino europeo che si inchina a questo aspetto dell'Unione Europea che ci ha resi migliori, come hanno scritto - in tanti - i padri fondatori della nostra autonomia speciale. Anche questa autonomia, così discussa oggi, è un tassello del puzzle europeo per stare sereni.