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09 ott 2012

Sempre più salata

di Luciano Caveri

La politica di marketing della "Sav - Società autostrade valdostane" è mirabile e degna di una manualistica della materia. La cito volentieri in questo mio spazio, avendo già avuto modo di annotare recenti e passate prodezze. So che ci vorrebbe una penna di maggior prestigio per farlo, ma io sono quel che passa il convento. Credo di poter essere perdonato perché ho persino memoria, nella mia infanzia più profonda, di quando l'autostrada non c'era e dei cantieri a due passi da casa mia a Verrès. Poi sono da decenni un utente fedele che è invecchiato con lei, anche se io mi sto deprezzando con gli anni, mentre lei - l'autostrada - è sempre più preziosa, come un vino di marca quando passa il tempo. Ma dicevo del marketing: fanno una festa per celebrare i cinquant'anni dell'autostrada (almeno credo, perché non sono stato invitato) con grande pompa e - maledizione! - esce fuori in quella stessa circostanza la notizia ferale, che oscura ogni festeggiamento e spegne ogni sorriso di circostanza, del cospicuo aumento che dovrebbe scattare dal 1° gennaio prossimo. Come avverrà poi con periodicità. aumento dopo aumento, sino al 2032, quando - io spero allora di essere un arzillo settantenne - ci sarà la scadenza della concessione e la tratta finalmente andrà in gara. Dopo settant'anni si applicherà il principio europeo della concorrenza, meglio tardi che mai. Se si va avanti così, visto il periodico ma costante "ritocchino" alle tariffe, per poter prendere l'autostrada ci saranno a quel tempo all'ingresso degli sportelli bancari per poter fare un mutuo solo per poterci entrare. Se oggi la "fuga" sulla statale è avviatissima, allora l'autostrada sarà "triste e solitaria", come il binario di una celebre canzone di Claudio Villa. Ogni utente sarà una festa. Dubito infatti che lo Stato, ormai vigorosa istituzione che tutto può e decide in barba alle decadenti autonomie locali, faccia quel che dovrebbe fare: vigilare sui rischi di monopolio nelle autostrade italiane, sulla qualità dell'esercizio, sulla tipologia dei lavoro svolti e sulla trasparenza delle procedure d'affidamento. L'Anas sarebbe tenuta a quella che credo sia chiamata - e non è uno scherzo - "alta vigilanza", direi equivalente all'"alta uniforme" dei corazzieri del Quirinale. Ma le procedure applicate devono essere esoteriche e per altro a mia memoria affidate ad un ufficio con sede a Genova, perché non ricordo relazioni pubbliche sul tema, neppure nei ruoli di responsabilità che ho avuto. D'altra parte perché dovremmo lamentarci. Ci lagniamo sempre il rischio che la Valle venga marginalizzata e non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo: una striscia d'asfalto che gode della reputazione dell'autostrada più cara d'Italia e, senza finta modestia, credo che si possa competere senza complessi con il resto d'Europa e forse con gli altri continenti. La "Sav", che tutto il mondo c'invidia.