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15 set 2012

La televisione che cambia

di Luciano Caveri

Sulla televisione, Enzo Jannacci, che nella televisione pionieristica c'era davvero, scherzava in milanese in una sua celebre canzone:

"La televisiun la g'ha na forsa de leun la televisiun la g'ha paura de nisun la televisiun la t'endormenta cume un cuiun".

Oggi quella televisione degli esordi, quando il bianco e nero era tecnologia e non finezza vintage, si è espansa ulteriormente: accendetela e vedrete oggi come, sul digitale terreste e sul satellite, i canali si moltiplichino e nascano e muoiano proposte e fenomeni nuovi. La televisione appare oggi anche sul Web con i siti delle televisioni e con le televisioni nate appositamente con la Rete come canale di trasmissione. E forse un giorno tutto finirà lì su Internet e sulle nuove tecnologie che seguiranno in questo solco, o con le fibre ottiche o con sistemi wi-fi, è difficile sbilanciarsi. L'evoluzione tecnologica si è fatta così veloce da non escludere affatto sorprese mirabolanti. E intanto la "TV" - uso la maiuscola appositamente - prosegue il suo cammino. Ne scrivo da Biarritz nell'incontro annuale di produttori e distributori francesi, dove si presentano al pubblico di addetti ai lavori migliaia di ore di documentari, film, inchieste, cartoni animati. Un gigantismo impressionante, pur sfiorato - specie per i grandi del settore - dalla crisi che taglia a tutti i propri budget e getta una luce crepuscolare d'incertezza sul futuro. La televisione mischia materiale e immateriale, pensiero e azione, concreto e astratto, arte e tecnologia: esistono tanti aspetti che convivono in questo prodotto maturo che cambia di continuo imponendo mode e seguendole per non perdere terreno. Si manifestano sulle piccole realtà come la Valle d'Aosta la necessità e  la difficoltà, valide per altri settori e comunque universali, di far convivere l'enormità della globalizzazione con il mondo che ci entra in casa dallo schermo e la piccolezza della televisione di prossimità senza la quali una comunità non ha un posto dove specchiarsi per dire - proprio per questo rapporto fra identità e sua rappresentazione - «anche io esisto in televisione». Biarritz e il suo "Le Rendez-Vous" di "TV France International" per chi vive nella "periferia" della televisione, ma che potrebbe essere area test per molte novità, è luogo dove si possono imparare tante cose.