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09 set 2012

Per non restare al palo

di Luciano Caveri

L'evoluzione tecnologica e le sue applicazioni concrete al mondo dell'informazione mi affascinano e assieme mi spaventano. Molte certezze vengono scosse o mutate con una velocità incredibile e bisogna sempre essere all'inseguimento per non diventare un ferrovecchio. Quando ero ragazzo e cominciai ad avventurarmi prima nel mondo radiofonico e poi in quello televisivo (ma con incursioni nella carta stampata), tutto era chiaro: ogni strumento era un mondo autonomo e le interazioni rare. Oggi se apri il sito Internet di un quotidiano nazionale o di un gruppo radiotelevisivo scopri che tutto è mischiato: testo scritto, filmati, registrazioni audio, fotografie. Questo insieme composito di comunicazione è come un cocktail che mischia tutto assieme e l'esito è un mondo senza frontiere in cui tutto si affianca e si sovrappone. Esiste una definizione inglese, "cross-media" (o "crossmedia", "crossmedialità") che riguarda la possibilità di mettere in connessione l'uno con l'altro, mettendo assieme i diversi mezzi di comunicazione, grazie allo sviluppo e alla diffusione di piattaforme digitali e di appositi software applicativi. Naturalmente ciò corrisponde ad appetiti di un pubblico che vuole saziarsi con facilità delle diverse modalità espressive, visto che in certi casi si sfocia in arte vera e propria e ci mettono naturalmente lo zampino la musica e il cinema più propriamente detto. Ne ho discusso con due esperti francesi, giorni fa ad Aosta, su invito di Alessandro Ottenga nel suo ruolo dell'attivissima "Associazione Mountain Photo Festival". In realtà con molta concretezza quella sera si e discusso, guardando sullo schermo dei filmati direttamente tratti da Internet (ad esempio dai siti di "Le Figaro" e di "Le Monde") di webdoc, cioè filmati multimediali - influenzati pure dalle tecniche e dagli scenari immaginifici dei videogiochi - che consentono allo spettatore-utente di entrare in documentari interattivi che consentono di navigare in modo personalizzato. Un caso era, ad esempio, un viaggio nelle miniere di carbone della Cina e con l'uso del mouse risultava possibile, in menù che apparivano in diversi incroci del racconto, guardare o ascoltare una cosa piuttosto che un'altra. E' chiaro che per ora questa modalità di informazione globale e avvolgente vale per Internet e non per la televisione che paga l'assenza di una reale interattività, che sia sul digitale o sul satellite poco importa. Unica eccezione il raro uso della diffusione a fibra ottica. Ma l'evoluzione non si ferma e già ci sono televisori che integrano l'accesso al Web e chissà quali diavolerie spunteranno ancora. In un passato ancora recente le tecnologie impattavano al rallentatore sulle società umane, oggi non si fa in tempo a capire e ad adeguarsi che veniamo travolti da una novità e chi si ferma resta al palo.