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24 lug 2012

Un visibile ammonimento

di Luciano Caveri

Non ho mai costruito una mappa dei miei spostamenti per incontri o convegni lungo tutte le Alpi. Certo è che, proprio a difesa della nostra autonomia speciale minacciata, ho pensato più volte quanto sia illuminante la comparazione fra la nostra situazione e quella delle vallate che si trovano nelle Regioni a Statuto ordinario. Per gli scettici di casa nostra andrebbero organizzate delle belle gite in pullman per constatare di persona e non bisognerebbe andare troppo distante, perché basta e avanza la situazione piemontese. Ci pensavo ieri risalendo la Val Maira, in provincia di Cuneo, in quella parte occitana che tanto mi è cara per rapporti di amicizia cementati dalla politica. La mia destinazione era San Damiano Macra per un convegno sul tema "Le montagne si parlano". L'incontro, inserito nelle conferenze estive del "Centro Giolitti" (lo statista torinese è nato nella vicina Dronero), è stato organizzato da Mariano Allocco, uno degli ideatori di una nuova associazione "Alte Terre", che intende riflettere sul futuro delle Alpi. Questo il programma, in breve, dell'associazione: "affermare la centralità dell'uomo che vive le Alte Terre con i suoi interessi e le sue attività, considerando i giovani e le loro famiglie i destinatari privilegiati delle politiche sociali; proporre le Alte Terre come luogo per sperimentare attività economiche ecosostenibili e forme di convivenza sociale solidali che cerchino di rispondere positivamente alla crisi del modello di sviluppo urbano; individuare nel settore primario, cioè le diverse forme d'agricoltura e allevamento, il cardine della vita dell'uomo sulle Alte Terre; studiare e rimuovere gli impedimenti di vario genere che oggi ostacolano il fiorire di tutto il settore primario nelle Alte Terre, nonché per favorire quelle produzioni agricole ad alto valore aggiunto; sostenere forme di autogoverno locali per l'amministrazione del proprio territorio, difendendo il diritto di gestione in loco delle risorse montane, in particolare delle acque, dei boschi, dei pascoli e della fauna selvatica". Questo l'elenco sintetico dei loro obiettivi su cui la discussione è aperta e io stesso, parlando ieri del quadro europeo, spero di aver portato elementi utili. Ma quel che mi ha colpito ieri - in modo esemplare - è il terribile spopolamento e abbandono di San Damiano, simile a centinaia di Comuni alpini. Case vuote, negozi chiusi, niente servizi e via di questo passo proprio perché - come nei profetici passaggi della "Dichiarazione di Chivasso" del 1943 - senza forme di autogoverno e di sviluppo autocentrato la montagna muore, "svuotata" dalla vicina pianura e dalla crisi irreversibile dei modelli tradizionali. Anche per questo, con tutti i difetti e i cambiamenti da fare, io mi batterò contro chi vuole mettere in discussione la nostra autonomia speciale.