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18 ago 2013

La montagna e i suoi rischi

di Luciano Caveri

Sul Web trovi questa presentazione sintetica di Giorgio Passino: "Guida alpina, sciatore e alpinista estremo nel team "No Limits", ex presidente della società delle guide di Courmayeur. Non servono parole per descrivere un personaggio leggendario che ha fatto la storia dello sci ripido e dell’arrampicata su ghiaccio". Passino, 51 anni, con un curriculum di imprese alpinistiche invidiabile e polivalente, è la guida che ha avuto oggi prima dell'alba, mentre saliva il Monte Bianco dalla parte francese, una sfortuna che può capitare su quel versante. Si è trattato del distacco improvviso e imprevedibile di un seracco, un gigantesco blocco di ghiaccio, ha innescato una slavina che ha colpito la cordata di Passìno con due alpiniste ossolane che accompagnava verso la cima. Non c'era niente da fare se non sperare: le due donne purtroppo sono morte e questa sciagura si somma alle molte già avvenute su questo stesso percorso, forse accentuate dal cambiamento climatico. Passino - con una grave ipotermia - è stato salvato dalla Gendarmerie e elitrasportato all'Ospedale di Annecy. Questo è quanto ha scritto il giornale "Le Dauphiné Libéré": "«Les trois alpinistes ensevelis ont été engloutis dans une crevasse», a également précisé la gendarmerie. «C'est un secteur très fréquenté à cette période de l'année. Il y avait peut-être jusqu'à quarante personnes dans l'ascension au moment de l’accident»". Quindi un colpo di sfortuna, quella stessa imprevedibilità che può colpire in ogni momento ciascuno di noi, specie perché non c'è stata imprudenza o sottovalutazione. Questo è importante: in quest'estate luttuosa sulle Alpi a causa di numerosi incidenti non sempre quel che è avvenuto è da ascrivere ad un comportamenti corretto, che si incrocia con i grandi rischi sempre intrinsechi nell'alpinismo, specie una alta quota. Si tratta di un ambiente naturale ostile e che comporta sempre pericoli seri. Sono umanamente vicino a Passino, perché capisco - per le lunghe frequentazioni dell'ambiente - quanto sia doloroso per una guida alpina perdere in un incidente i propri clienti. Esiste in questa parola "cliente", un'accezione umile e affettuosa, davvero di chi - in zona ostile - chiede protezione a chi è più esperto e sa come muoversi minimizzando i rischi. Ma nessuno può, purtroppo, annullarli del tutto e anche questo fa parte del contratto fra la guida e i suoi clienti. La Montagna, quante volte l'ho detto, è inanimata: non è buona o cattiva, accogliente o ostile, amica o nemica. Siamo noi che sfidiamo le montagne, ognuno al proprio livello: così dobbiamo sapere accettare il destino. Anche quando sa essere crudele. Questo ci può essere insegnato dalla guida alpina, quel professionista della montagna, nato agli albori dell'alpinismo e ormai radicato nella tradizione e che ha fatto del Ferragosto - nel cuore della stagione estiva - la sua Festa.