Niente "idem sentire"
Il Parlamento in Italia - lo abbiamo detto e ridetto - assiste oggi all'attività legislativa esclusiva del Governo, il cui meccanismo è noto e ripetitivo: effetto annuncio, decreto legge, fiducia. Nel corso dell'iter, in cui spesso si sommano più provvedimenti d'urgenza, spuntano qua o là deputati o senatori critici su certi argomenti. Ma poi, magari con l'annuncio che sarà l'ultima volta che voteranno "a scatola chiusa", danno la loro fiducia.
Credo che ormai sarà così ancora per qualche mese e poi si vedrà. Intanto - lo annoto a margine - Monti ha smentito Monti dicendo, a differenza di quel che avevo scritto nel "Calepin" qui a fianco, che nel 2013 chiuderà la sua esperienza. A questo punto vedremo.
Ma dicevo del Parlamento e della sua attività blanda e passiva in una Legislatura in cui, già prima della caduta di Silvio Berlusconi, come dimostrano cifre e statistiche, i parlamentari non si erano mai ammazzati di lavoro. In questa fase, dunque, pareva doveroso concentrarsi su alcune riforme e ne venivano indicate due: la prima riguardava forma di Governo e bicameralismo più altri argomenti connessi, mentre la seconda è la riforma elettorale, tormentone dell'estate.
Alla fine, fallito di fatto il primo punto, perché non c'è più una maggioranza dei due terzi e l'iter è ormai troppo lungo con il poco tempo a disposizione per una riforma costituzionale, resta la riforma elettorale.
E' stato il Presidente Giorgio Napolitano, in queste ore, a dettare i tempi, chiedendo di fatto alle Camere un sussulto d'orgoglio della serie «se ci siete, battete un colpo».
Vi dirò che non penso che ci sia da farsi grandi illusioni, a meno di sorprese, perché oggi fra schieramenti ma anche dentro gli schieramenti ci si sbrana sulle soluzioni più differenti e questo non apre a soluzioni facili. Aggiungerei anche che in Italia spesso di mitizzano le leggi elettorali (come avviene con la moda delle primarie), come se queste da sole potessero davvero modificare la realtà.
Il bipolarismo all'italiana, cioè una destra e una sinistra che restano composte da partitoni che al proprio interno contengono i vecchi partiti, hanno sinora piegato ogni tentativo di avere nel maggioritario di vario genere un sistema che consentisse all'elettore di avere scelte chiare, stabilità e alternanza.
Anzi, se già il "Mattarellum" non funzionava, il "Porcellum" ha peggiorato le cose. Ma non entro nei tecnicismi, che contano poco. Quel che oggi bisognerebbe fare è riprendere la via delle riforme di sostanza come elemento cardine per cambiare i partiti, ma non esiste il clima e quel minimo di "idem sentire" di un'epoca costituente.
Per cui aspettiamo di vedere la nuova legge, se arriverà. E, en attendant, riflettiamo sulla politica e non solo guardando al "caso italiano", ma anche in Valle bisogna capire dove si vuole andare e non nascondo certe inquietudini.
- luciano's blog
- Login per inviare commenti
Commenti
Impasse...
concordo con Luciano Caveri, allo stato attuale delle cose, difficilmente i partiti troveranno un accordo in merito alla modifica della legge elettorale che, è bene ricordare è un autentico schifo.
L'elettore non può eleggere il proprio deputato e senatore perché il compito spetta ai partiti come dire: «tu vota il partito, che al resto ci pensiamo noi».
Un dejà vu, parole che rimbombano ancora nelle orecchie a distanza di anni... di questa legge elettorale vergognosa, dobbiamo ringraziare il centrodestra "ex governativo" mentre trovo la posizione del Partito Democratico, allo stato attuale, delle cose incomprensibili. Se tra i partiti non ci sarà un inevitabile compromesso, l'appello del Capo dello Stato rimarrà isolato.
La tabella di marcia a mio modesto parere deve essere la seguente: riduzione del numero dei parlamentari, riforma della legge elettorale, che tradotto significa soppressione del "porcellum" e ritorno al proporzionale, senza il doppio turno. La disaffezione al voto è pressoché totale e poi, in tempi come questi, sono sprechi inutili. Il prossimo Parlamento, dovrà essere costituente, ovvero la legislatura dovrà mettere mano alla seconda parte della Costituzione, senza stravolgerla ma apportando quei correttivi che i tempi richiedono.
Per fortuna in Valle d'Aosta, grazie al collegio uninominale, abbiamo avuto e abbiamo la possibilità di eleggere direttamente deputato e senatore. In vista delle prossime e ormai imminenti scadenze elettorali bisognerà iniziare a fare dei profondi ragionamenti su chi e come dovrà rappresentare la Valle, sia a Roma che al Consiglio valle.
Si rende indispensabile aprire ancora di più il cerchio, gli spazi, alla società civile, al volontariato e non devono essere trascurate le tematiche ambientali che riguardano tutti. Solo così la politica potrà tornare a volare alto dopo il torpore, la rassegnazione di questi ultimi e travagliati anni.
Solamente ridando dignità e rispetto alle persone che lavorano, producono e vivono il quotidiano "in prima linea" si potrà nuovamente credere in un ideale, in un progetto, in quella interazione di comunità che oggi ci appare ridotta a sottomissione, ad una precisa quanto ferma volontà di isolamento selvaggio.
Sarà un caso...
ma a poche ore dall'annuncio della probabile ricandidatura di Silvio Berlusconi alle prossime elezioni politiche, "Moody's" declassa il rating dei titoli di Stato italiani, con la motivazione di aumento dei rischi all'avvicinarsi del voto della prossima primavera.
Può esserci un nesso?
Qualcuno dice che ci sia...
un nesso.
Vale la pena tenere in vita il Governo Monti, se nei mesi che ci separano dalle elezioni aleggerà lo spettro del successivo ritorno del Cavaliere?
Possiamo aspettarci che Berlusconi, dopo aver visto la reazione di "Moody's" e dei mercati, possa ritrattare parzialmente la sua candidatura, per poi rilanciare la sua "pazza idea" se e quando le acque si saranno più chetate?
Saranno gli italiani così "coraggiosi" da scommettere su di lui e rivotarlo?
Se non ci fosse di mezzo la nostra pellaccia, potremmo dire che la trama del romanzo thriller si sta facendo avvincente...
Io penso...
che penso che la scelta di Berlusconi si rivelerà disastrosa per il PdL e si rifletterà a che sul dibattito politico dei prossimi mesi in Valle, in vista delle elezioni regionali e delle alleanze.
Son sicuro...
che qualche milione di italiani pronti a rivotarlo ci sono ancora, purtroppo.
Le logiche delle agenzie di rating o dei mercati finanziari, in larga misura non hanno nulla a che vedere con la realtà dei fatti, ma dagli interessi delle agenzie stesse (che non vivono di aria e amore) e degli speculatori.