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18 mag 2012

Gli alpini nel Tirolo del Sud

di Luciano Caveri

Un migliaio di alpini valdostani - non si diventa mai ex fra le "Penne nere" - si stanno godendo l'adunata di Bolzano. La scelta di tenere questa festa annuale in Alto Adige - SüdTirol non era per nulla banale dal punto di vista politico. Il timore era che si scontrassero, in questa zona annessa all'Italia come "bottino di guerra" dopo la Prima guerra mondiale, gli opposti estremismi: il nazionalismo "italiano" di parte degli alpini e quello "tirolese" di frange locali, reso evidente da una sfilata qualche giorno fa degli schützen, l'antica milizia paramilitare sudtirolese. Mi pare che il buonsenso abbia trionfato, com'era prevedibile in un moderno sistema di autonomia speciale come quello della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen, sempre utile come confronto per noi valdostani. Parlando, prima della partenza, con il presidente dell'Associazione nazionale alpini della Valle, Carlo Bionaz, discutevamo del futuro di questa adunata e della scelta, di fatto, degli alpini in congedo di non insistere più su un cavallo di battaglia usato per molti anni: il ripristino della leva obbligatoria. Il perché è molto semplice: l'Esercito professionistico, con i giovani provenienti in larga parte dal Sud e da zone d'origine non montane, "svuota" gli Alpini dal tradizionale radicamento alpino o appenninico. Questo significa che chi diventa alpino non ha, tranne rari casi, conoscenza pregressa del terreno in cui si deve muovere questa truppa specializzata e questo vale oggi per scenari di guerra internazionali, visto che le zone di montagna sono spesso le zone dove si combattono le guerre contemporanee. Si possono fare tutte le formazioni possibili, ma certe conoscenze culturali e istintive sono insostituibili e il venir meno del "serbatoio" di certe zone svuoterà in pochi decenni anche l'associazione come sta avvenendo anche in Valle d'Aosta con un progressivo invecchiamento degli aderenti. Si tratta di un processo naturale, ormai irreversibile, che colorerà di crescenti note dolenti le adunate del futuro.