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03 mag 2012

Disperati mai

di Luciano Caveri

Sono un ascoltatore onnivoro della radio, che è un mezzo in continua trasformazione, vivificato - visto l'uso incivile che in Italia si fa della modulazione di frequenza - dall'ascolto sul Web ormai con diverse modalità. Passare da una stazione all'altra consente, più di molte altre cose, una verifica continua di temi e argomenti al centro dell'attenzione. Trovo assai interessante in questi giorni una campagna di mobilitazione civile lanciata da "Radio 24" - la radio della "Confindustria", legata al giornale "Il Sole 24 Ore" - che raccoglie storie di imprenditori, artigiani e professionisti in difficoltà ai tempi della crisi. Il titolo scelto "disperati mai" chiarisce bene lo scopo. In due programmi, "Nove in punto", con Oscar Giannino, e "Focus economia", con Sebastiano Barisoni, si scava in un fenomeno evidente attorno a noi, che ha innescato anche una terribile catena di suicidi fra gli imprenditori, cui si sommano le morti di disoccupati disperati. Penso che mai come in questo momento, mentre si avvicinano i festeggiamenti ormai stucchevoli del 1° maggio, il faro vada davvero acceso sulle terribili conseguenze della crisi e sul destino comune di imprenditori e dipendenti nel mare tempestoso di una crisi che resterà - per la sua violenza e la sua durata - sui libri di storia. Le testimonianze raccolte dalla radio fanno davvero impressione e offrono uno spaccato da brivido. La quotidianità offre anche da noi in Valle un campionario che deve far pensare: imprese senza lavoro che chiudono i battenti, imprenditori strozzati dalle banche, accertamenti fiscali che sin da subito presentano conti salati con "Equitalia" che agisce come un elefante nella cristalleria della disperazione personale. E poi, naturalmente. il mostro della disoccupazione con i suoi mille volti, che da noi sono storie concrete. L'operaio forestale che segue il susseguirsi, spesso contraddittorio, delle scelte regionali sul suo lavoro. Il giovane che ha studiato e non trova sbocchi concreti fra un contrattino e un altro. Il cinquantenne licenziato che non riesce più a trovare niente. La donna separata che si trova sola e senza possibilità di lavorare. Il generale senso di disperazione, termine ben scelto e terribilmente consono alla situazione, obbliga alla ricerca di misure nuove e immediate per far ripartire la speranza.