Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
20 apr 2012

Un secolo dopo

di Luciano Caveri

Credo che nessuno ci abbia pensato ad organizzare qualche festeggiamento ad hoc: un secolo fa, nel 1912, fu la "Ligue Valdôtaine", nel  pubblicare il "Chansonnier Valdôtain", a trascrivere per la prima volta quello che è ormai il nostro canto più conosciuto, "Montagnes Valdôtaines".   Ci vorranno poi tanti anni e l'articolo 8 della legge regionale n. 6 del 2006 (legge sui simboli della Valle, che considero un importante atto politico), affinché questo nostro canto venisse adottato ufficialmente come inno ufficiale della nostra Regione autonoma. Pochi mesi dopo, fu una delibera di Giunta, prevista dalla stessa legge, a definire testo, melodia e modalità di esecuzione con la collaborazione scientifica della "Fondazione Istituto Musicale della Valle d'Aosta", che registrò anche un "compact disc dimostrativo" che propone la versione strumentale e quella cantata. Purtroppo ancora oggi sento, anche in occasioni ufficiali, delle versioni che paiono essere piuttosto... eccentriche ed è un peccato per un inno ufficiale. E' giusto ricordare come l'inno derivi da "La Tyrolienne des Pyrénées" del compositore Alfred Roland, un parigino che si trovò a lavorare come impiegato delle imposte a Bagnère-de-Bigorre sul versante francese dei Pirenei, dove fondò e diresse un coro che ebbe un successo internazionale. La "Tyrollienne" era uno dei suoi cavalli di battaglia e ne nacque, una volta conosciuta da noi e direi anche per la musicalità del brano, una versione "valdostanizzata". Il canto - come colonna sonora di tanti momenti della comunità - ha dunque ormai avuto un radicamento lungo cento anni e sono anni di non poco conto, pensando ai fatti così numerosi e incisivi che si sono concentrati in un tempo storicamente così breve.