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11 apr 2012

La gallina di Pasqua non c'è

di Luciano Caveri

Pasqua è uno dei casi in cui è chiaro se "è nato prima l'uovo o prima la gallina". Intendiamoci: se le prime uova di uccello risalgono a duecento milioni di anni fa, le uova fossili più antiche ritrovate appartenevano a rettili primitivi di più di 350 milioni di anni fa. Per cui vince l'uovo per un'ovvietà e cioè che la gallina non c'era! D'altra parte a Pasqua della gallina non ci interessa molto, semmai conta il coniglio (del capretto e dell'agnellino meglio non dire), che non è oviparo ma mammifero. Mi riferisco ovviamente al cioccolato. Storia in poche righe: la bevanda derivata dal cacao la usavano maya e aztechi, la porta in Europa Cristoforo Colombo, dove si realizza - con opportune lavorazioni specie per attenuare il fusto amaro - il cioccolato, simile a quello odierno. Torniamo all'uovo (segno di fertilità per eccellenza) e al coniglio (fertile anche lui, ma vittima della proverbiale "rapidità nell'esecuzione"). Questa è l'alternativa a me più nota dell'utilizzo pasquale del cioccolato, il primo da sempre, il secondo grazie a chi me li regalava, importando dalla Svizzera il "leporide" (non volevo ripetere coniglio, ma nessuno sa cosa sia un leporide). Comunque sia, viva il cioccolato. Io consiglio quello di Mauro Morandin di Saint-Vincent, perché è un mio amico e perché la sua lavorazione è fantasiosa e soprattutto perché il cioccolato è buono. Ultima confessione: una delle emozioni più grandi da bambino era spaccare le uova e andare dritto filato al suo contenuto, la sorpresa. Si tratta di uno dei pochi oggetti che, in un millesimo di secondo, ti piace da matti o ti delude. Difficili le vie di mezzo. Ancora Buona Pasqua!