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06 apr 2012

L'unità in tempi di crisi

di Luciano Caveri

Tempi difficili incombono ancora sulla nostra comunità e non è elemento tranquillizzante che questa sia la conseguenza di acute difficoltà dell'Italia in un complesso quadro di recessione europea e in un pesante quadro mondiale. "Mal comune, mezzo gaudio" non è consolatorio. Basta stare all'ascolto e i racconti della crisi non sono ancora purtroppo esauriti, anzi dal mondo dell'industria si avvertono sordi brontolii e c'è chi giura su ulteriori, imminenti cattive notizie in Valle con brutte conseguenze sociali. Incrociamo le dita. Sono sempre stato il primo a dire che mai si deve cedere alla tentazione del pessimismo e a certi mugugni che spesso hanno caratterizzato comparti della nostra economia. Ma oggi non bisogna neppure fare come "la Bella addormentata nel bosco", perché avere un quadro esaustivo serve, in momenti di difficoltà, a  trovare risorse ed idee per reagire perché chi si ferma è perduto e il benessere cui ci siamo abituati non è un perenne e garantito stato di grazia. Stare all'ascolto, dicevo. Quelle che si ascoltano sono storie personali di straordinaria difficoltà. Amici artigiani, commercianti, impresari edili lamentano l'effetto nefasto della contrazione del mercato. Le famiglie fanno i conti con i rincari e l'eco della diminuzione delle disponibilità del denaro pubblico risuona anche in Valle nel sistema dei Comuni e nel palazzo della Regione. Si moltiplicano le preoccupazioni per la crescente disoccupazione e i timori per il futuro agitano la quotidianità e catalizzano i discorsi. Si avverte, in questi momenti delicati, una sfiducia nella politica. Anche i "professori" che a Roma reggono il Governo - e lo fanno perché il Governo precedente ha fallito, omettendo la verità sulla situazione - hanno finito la "luna di miele" con buona parte dell'opinione pubblica. I "tecnici" hanno picchiato duro con la fiscalità e i tagli al sociale e la cura choc per ora ci ha salvati dall'abisso "alla Grecia" ma l'economia non e ripartita, come si sperava. Anche in Valle si è, direi giocoforza, operato sulla difensiva, come su di una nave di fronte alla forza terribile di una tempesta. Mai come in questo momento, sarebbe bene - non solo per l'emergenza ma soprattutto per il dopo - confrontarsi in una logica di "punto e a capo" che dia alle forze migliori della nostra piccola Regione autonoma l'occasione di capire, se non ora quando, che cosa fare nei prossimi decenni. Queste scelte vanno condivise, uscendo da sterili e contingenti polemiche, che non servono a nulla quando alimentano solo il circuito del pessimismo, ma sapendo che abbiamo in questa fase molte buone ragioni per contrastare la maledetta crisi e questa sua coda perniciosa. Lo sforzo collettivo e la comunità unita in certi casi sono meglio di presunti uomini della provvidenza.