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23 mar 2012

C'è più Valle d'Aosta a Eataly?

di Luciano Caveri

Chiunque abbia visitato la "casa madre" di "Eataly", nel ristrutturato vecchio stabilimento "Carpano" vicino al "Lingotto" a Torino, non può che apprezzare il genio del fondatore, Oscar Farinetti. Ho avuto l'onore di conoscerlo e di ragionare con lui, all'epoca della mia Presidenza, su diversi progetti comuni in quel filone dei prodotti tipici e tradizionali che ha saputo valorizzare come nessun altro. Lo ha fatto da vero imprenditore qual è, massimizzando il profitto, ma con una visione "umanista" del suo lavoro. Purtroppo l'inizio di collaborazione di allora venne stoppata dopo il 2008. Ha fatto discutere la delibera con cui il Consiglio camerale della "Chambre" ha deciso nell'autunno scorso, senza continuità con quanto ipotizzato in passato, di approvare una collaborazione da mezzo milione di euro per - cito il passaggio testuale - "iniziative di promo-commercializzazione di prodotti enogastronomici e dell'offerta turistica" con "Eataly" a Torino, Genova, Bologna, Tokio e New York. Poco si ricava dall'atto ufficiale, assai sintetico e comprendente altre iniziative, mentre qualche cosa in più risulta da una sorta di scheda progetto. Difficile, per altro, documentarsi, visto che gli atti sul sito della "Chambre" vengono rimossi allo scadere dell'obbligo di pubblicazione per legge. Non entro così nel merito dei contenuti applicativi e neppure delle questioni burocratiche, come le procedure di affido, i criteri di scelta dei produttori e l'esatto declinarsi del cronoprogramma del "do ut des" di una "promozione" che dovrebbe agire sui visitatori dal 21 febbraio al 20 maggio 2012. Ho visto però che cosa c'è a Torino proprio ieri e non so valutare se sia poco tanto. Esistono nei locali dell'ex fabbrica diversi richiami alla collaborazione con la Valle con pannelli di vario genere e con tovagliette pubblicitarie sui tavoli dei ristorantini a tema. Nei diversi menu compaiono anche "piatti valdostani", anche se l'indicazione degli ingredienti non sempre coincide con una vera valdostanità. C'è poi un "corner", un bancone che consente - nella logica self-service - di poter comprare un certo numero di prodotti valdostani: distillati, vini, aceti, succhi, miele e dolci, cui si aggiungono spazi specifici nei banconi dedicati per i nostri formaggi e insaccati (alcuni già in vendita anche prima di questa iniziativa promozionale). L'agenzia turistica interna, evocata nelle citate tovagliette, che si trova vicino al bar, offre informazioni sulla Valle, che però non è commercializzata in uno specifico cofanetto per viaggi gastronomici come avviene per Langhe, costa Ligure ed Emilia (www.eatinerari.it), forse ideati in analoghe iniziative promozionali delle locali camere di commercio o più semplicemente nati per casualità. La stessa incertezza, purtroppo non chiarita nell'atto di approvazione dell'iniziativa, aleggia sulla presenza, nel calendario delle "cene stellate" di una serata con lo chef Fabio Barbaglini della "Cassolette" di La Salle, che in verità offre un menù prelibato, ma privo di una qualunque connotazione territoriale nella scelta dei prodotti base. Chissà se la scelta di questa "stella Michelin" sia stata casuale o concordata tra le eccellenze della ristorazione valdostana. Mi sembra dunque presto per esprimere un mio pensiero compiuto. Per avere una consapevolezza sull'insieme delle iniziative, almeno ex post e nei suoi esiti conclusivi, bisognerà aspettare le valutazioni della "Chambre" stessa, essendo, quello impiegato, del denaro pubblico.