Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
15 mar 2012

Dell'amore per la Valle

di Luciano Caveri

L'amore per la nostra Valle è un sentimento che ogni valdostano riempie - se ce l'ha - come vuole, a seconda delle proprie attitudini e dei propri gusti. Per fortuna non esistono regole rigide nella sfera affettiva. Personalmente ho sempre evitato come la peste certa retorica melensa e confesso che ci sono alcuni canti del repertorio tradizionale che mi fanno venire l'orticaria. Perché alla fine, se di amore si tratta, quel che conta sono i comportamenti reali. Valga, ma non approfondisco, l'esempio lampante di tutti quelli che si definiscono "autonomisti", nel solco di un'antica tradizione, ma poi sono i fatti concreti a distinguere la pula dal grano, sbugiardando chi ha un adesione fasulla a certi ideali. Ritengo, da questo punto di vista, che la cura del territorio sia un esempio concreto e un test facile da realizzare sul rischio che un sentimento nobile sia caducato dalle miserie quotidiane. Basta percorrere la nostra Valle per poter poi repertoriare un museo degli orrori. L'abbandono è evidente da boschi caotici e immiseriti, discariche abusive di vario genere, depositi a cielo aperto disordinati, case prive di elementari manutenzioni estetiche e via di questo passo. Credo che ognuno dei lettori, nelle zone che conosce, potrebbe citare angoli devastati, comportamenti disdicevoli, stupidità e sciatterie nell'uso del territorio e dell'ambiente. Sono casi in cui non si può invocare il sempiterno "pubblico", ma riguarda comportamenti soggettivi di rispetto civico e condotta assennata che dovrebbero essere conseguenti a quel sentimento d'amore citato in premessa. Ma cosa diavolo ci sta succedendo?