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03 feb 2012

Ancora su Sant'Orso

di Luciano Caveri

Per la "Fiera di Sant'Orso", attestata ad inizio settimana, ma con uno scivolamento più rapido verso l'agognato fine settimana grazie a quest'anno bisestile che anticiperà al 2015 il ritorno di un sabato, i conti sono molto diversi senza le folle assicurate da un giorno di vacanza. Ieri qualche commerciante e alcuni espositori mi hanno fatto i loro conti e spiegato il confronto per gli incassi e siamo di fronte ad una differenza abissale. D'altra parte mi pare che tutti resistano alla tentazione di chiedere di attestare la Foire in una data diversa, mantenendo il Santo dov'è ma scegliendo prosaicamente di coltivare il business in giornate festive, per dare la caccia al turista e avere più valdostani in visita. Probabilmente, alla fine, questo alternarsi di "edizioni monstre" e di edizioni un po' ridotte viene vissuto senza drammi in una logica fisiologica e la Foire più "intima" ha il vantaggio di essere più vivibile, potendo guardare i "pezzi" sui banchi senza la sgradevole sensazione di essere su una metropolitana all'ora di punta (non mi riferisco al "people mover" di Aosta perché pare definitivamente e fortunatamente... sepolto). Chiudo con un'impressione: mentre il gigantismo della Fiera appare ormai assestato con il suo migliaio di espositori (guardate stasera su "RaiVd'A" le immagini in bianco e nero delle "piccole" Sant'Orso del passato e ne sarete stupiti), il vero elemento nuovo è nel padiglione dei prodotti alimentari del territorio in piazza Plouves, da cui si evince che il grande boom in questi anni deriva dal moltiplicarsi di piccole aziende che coprono una gamma sempre più vasta di prodotti tipici. E' un segno di vitalità degno di nota.