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31 gen 2012

Anticipazioni

di Luciano Caveri

La liberalizzazione è una strana bestia. La logica buona è quella di dire: «ogni laccio e lacciuolo che impedisce la libera concorrenza non consente al mercato di autoregolarsi e questo crea rendite di posizione e costi crescenti». La logica cattiva ci obbliga ad osservare: «se non fissiamo regole chi opera nel mercato può essere una carogna e approfittarsene e certi principi di eguaglianza se l'unico riferimento è il denaro vanno a farsi benedire». In pillole è il mio pensiero. Ciò detto credo che sia bene fissare qualche paletto ulteriore che si aggiunga al dettagliato elenco governativo. Sono in grado di anticiparvi alcune misure che figureranno nel secondo decreto sulle liberalizzazioni. Nel settore agricolo contro lo strapotere dei pomodori rossi, segno tra l'altro di un orientamento politico poco consono con un Governo tecnico, è prevista un'ovvia differenziazione cromatica. L'intera gamma di colori è oggi imposta ai produttori per consentire al consumatore maggiore libertà di scelta. La lobby dei produttori delle "turche" è riuscita ad imporre un codicillo che obbliga a prevedere in tutte le case e soprattutto negli uffici, a fianco all'ormai tradizionale WC, anche il più sano e spartano gabinetto di una volta con l'evidente vantaggio, vista la scomodità della posizione, di non perdere tempo. La riapertura delle "case chiuse", contenuta nel provvedimento, sarà accompagnata da misure di fiscalità intelligente che graduerà l'applicazione dell'Iva a seconda delle prestazioni richieste dal cliente e dalla nascita di un'apposita Commissione a Palazzo Chigi che dovrà occuparsi della trasposizione nel diritto interno del "Kamasutra". La liberalizzazione delle professioni colpisce anche i maestri di sci e dunque chiunque potrà insegnare sulle piste di sci senza particolari esami. All'obiezione che potrebbe insegnare anche chi non sa sciare, il Governo ha prontamente risposto che ci penserà la mano invisibile del mercato o anche l'incazzatura del cliente beffato. Dopo aver consentito il cioccolato "senza cacao" e il burro "senza latte", si affermano nuove regole per una piena liberalizzazione dei prodotti: dal 1 gennaio del 2013 – in una logica di par condicio - il "pangasio" potrà fregiarsi del nome "branzino”" e – in ossequio alle pari opportunità – al pollo si affiancherà la "polla", già "gallina". Interessante l’obbligo di etichettatura sugli involtini primavera nei ristoranti cinesi. Essenziale è anche il sondaggio via Internet previsto dal "Governo telematico" per scegliere quale frase di Totò apporre nei luoghi pubblici. Si va dalla demagogica «A proposito di politica… ci sarebbe qualcosa da mangiare?» all’interessante (in Valle) «E' sempre meglio un vigliacco vivo che un eroe morto, soprattutto se il vigliacco sono io». Altre due le scelte: «Quel che ho detto ho detto. E qui lo nego!» oppure «Io non so se l'erba campa e il cavallo cresce, ma bisogna avere fiducia!» Ridere per non piangere.