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06 dic 2011

Una linea rozza

di Luciano Caveri

Non esiste un’alternativa in democrazia ai partiti organizzati. Su questo, all’articolo 48, la Costituzione del dopoguerra era e resta secca e comprensibile: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". I due principi cardini, lo noterete, sono il "liberamente" e l’espressione "con metodo democratico". Termini importanti e non sempre il sistema dei partiti è stato degno delle speranze dei costituenti. Ci penso tutte le volte che mi capita, come oggi, di partecipare ad un congresso di partito. In questo caso il movimento dell'Union Valdôtaine, chiamato oggi a discutere di due temi imponenti: le eventuali riforme del proprio Statuto interno e cause e reazioni alla crisi economica che incombe. Tutto si risolverà dal mattino alla sera. L’impegno su più giorni appartiene al passato, oggi tutto si fa in fretta in un collettivo déjà vu. Questo congresso, assolutamente di routine, cade nel bel mezzo di una serie di fili che si aggrovigliano in una stessa matassa: una crisi della democrazia rappresentativa, che si riverbera sui partiti e sulla credibilità degli eletti (riuniti appassionatamente sotto la definizione-insulto "la Casta") a fronte di un crescente disimpegno dei cittadini con partiti che hanno sempre meno iscritti veri (non mi riferisco al "mercato delle tessere", che è un’aberrazione) e meccanismi democratici che funzionano a singhiozzo, se funzionano. Direi che ormai sono dei ponti, più o meno grandi, che servono per passare da un'elezione all’altra con buona pace di chi, come me, si augurerebbe che così non fosse, specie in un periodo di crisi economica che rende il compito ancora più importante e complesso. In più l'Union in questi anni ha assunto l'eccentrica connotazione di un partito personalista in cui, al posto del confronto delle idee, delle posizioni politiche, delle scelte amministrative sembra ormai prevalere una linea tracciata rozzamente fra «chi è con me» e «chi è contro di me». Questo non facilita le cose.