Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
30 ott 2011

Dal teatrino al dramma

di Luciano Caveri

"Bauscia", lo spaccone in lombardo, viene da "bava". Immagine scherzosa del chiacchierone verboso che spara balle. Un prototipo divertente e caricaturale, che tuttavia esiste. Sarà capitato anche a voi di incontrarlo, perché è una maschera ben nota. Ci pensavo rispetto alla tattica "mordi e fuggi" della Lega in questi ultimi mesi. Silvio Berlusconi propone, la Lega dice di "no" e minaccia sfracelli, poi cede, cantando però vittoria e lì sta la spacconata. Uno schema ripetitivo che offre ogni volta l'idea, sempre apparente, che «questa volta fanno sul serio». Ma la bolla ogni volta scoppia e il Cavaliere canta vittoria e i leghisti della base restano con le pive nel sacco. Strana storia, direi. In parte misteriosa per un gioco delle parti che non si manifesta in un ordinario, come lo chiama Berlusconi stesso, "teatrino della politica". Siamo finiti, se applicato agli odierni guai italiani che non consentono ritardi, in un dramma vero e proprio, pensando che ormai Grecia e Italia sono considerate in Europa nello stesso modo dopo anni di continue rassicurazioni sulla solidità dei nostri conti. A parte la lettera di quindici pagine che Berlusconi ha spedito alla fine a Bruxelles e che dovrà difendere oggi fra lo scetticismo generale, alla fine la Lega che cosa farà? Ci sarà anche questa volta la prevalenza del "bauscia" o invece siamo ormai ad un punto di svolta? Non so dirvi. Ma l'impressione è che il voto in primavera sia altamente probabile.