Un dovere civico

La targa dedicata ai fratelli Dayné a CogneSono stato volentieri a Cogne per un momento di ricordo, quello dei fratelli Célestin e Valentine Dayné, cui è stata dedicata una targa commemorativa di fronte alla casa di famiglia, donata al Comune e che ospita un museo etnografico, in parte museo di sé stesso, essendo un'antica casa agricola, che illustra già da sola la rudezza e l'ingegno della vita rurale che per secoli ha segnato la nostra comunità.
Vorrei dirvi perché credo che sia una buona idea il ricordo e di come Cogne abbia dato un buon esempio. Dayné, nato nel 1913, dal 1946 è stato per una trentina d'anni il politico più importante di Cogne, sindaco in diversi momenti (nella targa si legge "maire" ma nel francese valdostano sarebbe "syndic") e per molto tempo fu consigliere regionale e brevemente assessore all'agricoltura. 
Penso di averlo incontrato in una sola occasione, quando mi raccontò di mio zio Severino e di quanto fosse difficile essere unionisti nel dopoguerra. In effetti era così e certi opportunisti avvicinatisi oggi al Mouvement allora non lo avrebbero di certo fatto. 
Ma al di là del partito d'appartenenza, è sufficiente scorrere l'elenco dei consiglieri regionali e anche dei parlamentari per vedere come spesso sia sceso, qualunque fosse il livello d'importanza di questi eletti, un oblio piuttosto generalizzato e colpevole.
Lo considero un comportamento grave e irriconoscente, cui in rare occasioni si contravviene positivamente. La memoria civile non è un optional, ma una componente fondamentale del senso identitario di una comunità, direi un dovere civico e i "cognein" sono stati bravi a ricordarsi di un loro illustre concittadino.
Spero che altri ne seguano l'esempio e, per carità di patria, evito un elenco di "Comuni smemorati" di "loro" personalità importanti.

Commenti

Dovere civico, etico e morale.

Complimenti vivissimi alla sezione UV di Cogne e, all'Amministrazione comunale per aver reso merito e onore ad un illustre cognein.
Illustre e purtroppo, negli anni, dimenticato, se pensiamo che sono passati più di vent'anni dalla scomparsa di Dayné, senza che, nessuno abbia sentito il dovere civico, ma soprattutto morale, di farlo.
Ci sono voluti due ricambi, alla guida dell'Amministrazione e nel gruppo dirigente della locale sezione, per "riabilitare" una figura che, nella sua semplicità, ha fatto solo ed esclusivamente il bene di Cogne, prima, e della Regione tutta, poi. Non a caso nel paese si fanno paragoni tra Dayné e il suo successore, lo "storico" quanto trentennale "syndic": il primo ha lasciato alla comunità una struttura unica nel suo genere, il secondo una montagna di debiti (su tutti gli impianti di risalita).
Speriamo nel nuovo che avanza senza dimenticare i galantuomini di ieri. Questo vale non solo per la vallata ai piedi del Gran Paradiso...

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