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03 ott 2011

Il cammino dell'Unione

di Luciano Caveri

Domani sarò a Sofia, capitale della Bulgaria, per una riunione del "Comitato delle Regioni". E' un Paese dalla storia contemporanea piuttosto sfortunata. Basti pensare alla scelta delle alleanze nella I e nella II guerra mondiale e ad un dopoguerra nel baratro comunista. Dopo la "rottura" del sistema sovietico, la Bulgaria guardò all'Europa sino all'ingresso nell'Unione - buona ultima con la Romania - arrancando nel rientrare nelle condizioni poste e ciò avviene solo nel 2007. Faccio per voi e per me un breve ripasso: nel 1957 gli Stati fondatori con il Trattato di Roma sono: Paesi Bassi, Repubblica federale di Germania (senza la Germania dell'Est che arriva dopo la caduta del muro di Berlino), Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Nel 1973 si aggiungono Danimarca, Irlanda, Regno Unito, nel 1981 la Grecia e nel 1986 tocca alla Spagna e Portogallo, che escono entrambe da una lunga dittatura. Nel 1995 è il turno di Austria, Finlandia, Svezia e poi arriva l'enorme allargamento del 2004  con Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Ungheria ed i tre Stati baltici dell'ex Unione Sovietica Estonia, Lettonia e Lituania, una repubblica dell'ex Jugoslavia, la Slovenia, e due isole del Mediterraneo, Cipro e Malta. Infine, come dicevo, nel 2007, chiudono un ciclo Bulgaria e Romania. Per il futuro: la Turchia è stata stoppata e ne sono lieto, visto che ormai - imbevuta di un islamismo chissà fino a quando moderato - sembra aver assunto una logica interventista nell'area mediorientale che conferma la bontà delle tesi di chi è contrario all'ingresso nell'Unione europea (me compreso, con buona pace della Presidenza del "mio" Consiglio regionale che ha invitato ad una conferenza un giurista turco in un'inspiegabile scelta a favore dell'allargamento alla Turchia!) Nel 2013 arriverà, invece, la Croazia, mentre l'Islanda - risolte le beghe sulla pesca - potrebbe entrare per chiudere la terribile pagina della bancarotta. Bussano alla porta Macedonia e Montenegro, hanno chiesto di essere accolti Serbia e Albania e aspettano il loro turno Bosnia-Erzegovina e Kossovo. Sinora alcuni loro referendum hanno detto di "no", ma un giorno Svizzera e Norvegia entreranno nell'Unione europea. Personalmente accarezzavo un sogno, su cui avevo già cominciato a lavorare concretamente. A parte certe amicizie con alcune Regioni vicine geograficamente o per motivi storici, l'idea già avviata era quella di avere - anche per sfruttare i fondi europei che prevedono alleanze - una Regione "amica" per ciascun Paese europeo. Poi non se n'è fatto più nulla, perché c'è chi l'ha considerata un'iniziativa inutile. Peccato!