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07 ott 2011

Storie di gatti

di Luciano Caveri

Ho uno dei miei gatti che è una cacciatrice. Si chiama "Soleil": ha già preso passeri, merli, ramarri, ghiri, talpe e naturalmente topi di tutte le taglie (alcuni impressionanti, altro che topini di campagna!). Non lo fa per mangiare. Li ha sempre lasciati pressoché intatti, giusto le ammaccature per qualche gioco feroce, perché si tratta di un regalo per i suoi padroni o forse è una semplice esibizione snobistica da felino della serie «hai visto che cosa so fare?». I gatti mi son sempre piaciuti. Ti guardano, si strusciano, fanno le fusa (ufficialmente ho sempre usato "ronfare", dal "ron ron", ma in realtà scopro che il verbo  è derivato dal russare umano, che è altra cosa), talvolta ti parlano in "gattese", ma è un amore diverso dallo stordimento dei cani che amano anche chi li tratta male. Il gatto è selettivo, non schiavo costi quel che costi. E poi hanno sette vite (nove nel mondo anglosassone). Quando ero bambino e arrivavano nello studio di mio padre gatti moribondi, lui sentenziava: «vedrete come si ripiglia». E si ripigliava davvero. E ricordo quando li doveva addormentare e doveva iniettare al micio delle dosi da bue. Ma un aneddoto affiora dal passato. L'azienda edile di Giordano Freydoz lavorava a Pont Savarenche alla strada, poi mai conclusa, del Col del Nivolet. Da Champdepraz avevano portato lassù in cantiere un gatto di casa, introvabile al momento della chiusura autunnale del cantiere. Mesi dopo, il gatto, emaciato e con i polpastrelli delle zampine consumate, tornò da solo a Champdepraz attraverso chissà quale viaggio avventuroso  e seguendo chissà quali istinti. Oppure, altro ricordo, il terribile gatto della donna di servizio di quando ero bambino, che è stata anche mia amatissima baby sitter. Rosina, questo il suo nome, prese il gatto, disubbidiente e impossibile, e lo mise in un sacco ben legato e lo buttò dal ponte sulla Dora ad Issogne. Tornata a casa, il gatto diavolaccio era già seduto sul davanzale della finestra, bagnato fradicio e con l'aria spiritata, palesemente furioso per il tentato omicidio. Morì di vecchiaia.