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07 ott 2011

Un vino nuovo, metafora della viticoltura

di Luciano Caveri

Concludere una serata, come mi è capitato ieri sera, con un buon bicchiere di vino nuovo, il "Jalon" (pietra miliare), è un privilegio. A Donnas sono iniziati così i festeggiamenti per i quarant'anni della cooperativa che coincidono con l'ottenimento della "Doc" del "rosso" derivato da un vitigno di Nebbiolo ("Picotendro" in patois), il primo vino a denominazione d'origine in tutta la Valle. Negli anni passati, il vino è costantemente migliorato e forse l'unica preoccupazione è il progressivo aumento dell'età media dei vigneron ed è bene che i giovani prendano in viticoltura la relève. Ed in fondo è il messaggio o, se preferite, la metafora presente in questa nuova etichetta, che mette assieme un vino giovane, "tagliandolo" con uno d'annata. Pur non essendo un esperto, ma avendomi la natura dotato di un corposo apparato olfattivo (naso), ho trovato il profumo molto buono e il gusto - spero di non venir rimproverato da qualche esperto - netto e avvolgente appunto nel mix fra freschezza e corposità. Niente di meglio che un segno tangibile di rinnovamento nel solco di una storia millenaria della vite in questo "ingresso" della nostra Valle. Una "cartolina" che mostra a chi viene da noi un "assaggio" della nostra altimetria con queste vigne che disegnano un costone roccioso e che alternano verticalità del susseguirsi dei vigneti con il frontone orizzontale che attraversa il paesaggio. Questo primo "colpo d'occhio", che è segno di una civiltà antica e di una montagna "coltivata" dall'uomo anche in condizioni estreme, per i valdostani è la garanzia, che scalda il cuore, di essere tornati a casa, quando dalla pianura si torna in Valle.