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23 set 2011

Nebbia in Val Padana

di Luciano Caveri

La Lega non la capisco più, e lo dico avendola vista svilupparsi e avendo sempre nutrito un grande rispetto per un partito davvero popolare, nato e cresciuto seguendo idee federaliste, il cui "incipit" è legato, com'è noto ad ispirazioni iniziali che Umberto Bossi ebbe dalla conoscenza con il valdostano Bruno Salvadori, morto prematuramente sette anni prima che il Senatùr entrasse per la prima volta a Palazzo Madama. Capisco bene che ogni partito, specie un partito territoriale di raccolta, debba essere in parte "di lotta" e in parte "di governo". Anche io nella mia attività politica ho seguito la linea dell'UV, movimento che ha "scelto" dalla nascita del 1945 di occuparsi dell'amministrazione e della politica senza mai lasciar perdere idee e valori per il futuro della Valle. Questo vuol dire presentare progetti di governo e discutere anche, specie con i propri iscritti e simpatizzanti, di identità e di speranze. Esiste un tono nelle istituzioni e un tono da comizio, inutile negarlo. Ma questi due linguaggi non possono sfociare in un comportamento schizofrenico con due realtà parallele e di certo non convergenti (le "convergenze parallele", un ossimoro attribuito ad Aldo Moro). Capisco che parlare di "secessione", tema che non mi scandalizza ma applicato ad un territorio astratto come la "Padania" appare eccentrico, serve a scaldare i cuori di militanti attoniti per un atteggiamento filoberlusconiano "perinde ac cadaver", cioè con la massima obbedienza. Ma proprio guardando i comportamenti veri questo "secessionismo" suona come un tentativo di ritrovare una base che, caricata a molla in venticinque anni, si è trovata con una Lega zerbino della destra, vivacchiando di sottogoverno e di piccole vittorie spacciate per trionfi (come lo pseudofederalismo fiscale, oltretutto seppellito dalle manovre finanziarie) e forse il solo Roberto Maroni ha fatto il Ministro dell'Interno come si deve e per altro è l'unico a non avere un Ministero di cartapesta. Per il resto, purtroppo, vedo "molta nebbia in Val Padana". Si aggiunge, insomma, confusione a confusione e penso che il gorgo della fine del berlusconismo inghiottirà la Lega, se non chiarirà cosa vuole veramente. E lo scrive chi ha sempre pensato e scritto che la Valle non può prescindere da un dialogo costruttivo con la Lega.