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04 set 2011

Ridere per non piangere

di Luciano Caveri

Giunti a questo punto mi arrendo. Si salvi chi può! La Finanziaria del 13 agosto è come un elastico che tutti tirano a loro piacimento. Io l'ho letta e l'ho studiata ma ho fatto una fatica inutile, perché la manovra - approvata, ci avevano detto, su dettatura dei cattivoni dell'Unione europea - è cambiata di ora in ora e ancora oggi le agenzie di stampa dispensano novità che smentiscono le novità di qualche ora fa. «Tutto sbagliato, tutto da rifare»: lo diceva il noto ciclista Gino Bartali, ma forse andrebbe scritto all'articolo 1 della manovra di mezza estate. Mi viene l'ansia da "Allegro chirurgo" a star dietro ai retroscena e giuro che parlerò ormai a decreto convertito, visto che ogni parvenza di serietà è crollata e con gli emendamenti e i sub-emendamenti ne vedremo ancora delle belle in Parlamento. E noi consiglieri regionali, tre giorni fa, siamo stati a discutere sul tema per ore, come dei cretini, confidando che i muri portanti della Finanziaria restassero gli stessi... E basta, per carità di patria, con la balla dei "saldi invariati", dopo che l'Ufficio studi del Senato ha spiegato come la "resa" di molti articoli era una panzana colossale. Deve essersi rotto qualche pallottoliere in qualche passaggio decisivo. Povero Umberto Bossi, chi gli e lo spiegherà che anche questa volta i suoi "niet" sono volati via come fuochi d'artificio? Avevo letto - rara avis - "La Padania" che annunciava i successi della Lega. Immagino gli imbarazzi dei titolisti che dovrebbero scrivere: "Marcia indietro, celti!".  Naturalmente (anche leggendo commenti di esponenti locali all'esito del vertice di ieri ad Arcore plaudenti le decisioni a noi... favorevoli!) rido per non piangere, visto che oggi ho letto - o sarà anche questa una balla? - che il buonumore aiuta contro le malattie cardiovascolari.