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02 ago 2011

Dati certi

di Luciano Caveri

Immaginate un medico di fronte al proprio paziente privo di elementari dispositivi diagnostici. Sarebbe ovviamente in difficoltà. E' quel che capita da sempre per il turismo valdostano, che è la principale attività economica in Valle. Tutti i dati statistici, compresi i "classici" presenze e arrivi, transitano attraverso cifre che vengono elaborate "ex post" rispetto alla stagione turistica in atto e per questo, come un'eco successiva, leggiamo l'andamento parecchio dopo. Quando - diciamocelo francamente - l'interesse di sapere le cose è scemato. Personalmente, quando mi sono occupato di questo settore e dovevo riferirmi più a percezioni che a fatti reali quando mi si chiedeva «Come va la stagione?», avevo provato a far elaborare un sistema istantaneo di rilevamento basato su dati certi come il consumo di energia elettrica e di acqua o ai rifiuti movimentati nelle diverse zone. Mentre per il turismo pendolare i dati nei passaggi autostradali, ormai storicizzati, sono un termometro interessante della "febbre turistica". Ottenuta la formuletta, poi resta il problema di alimentare i dati e lì ci si ferma. Quale sarebbe l'utilità di questo o di altri metodi possibili, specie nell'epoca della rapidità informatica? Evitare di inseguire giudizi e pregiudizi che si formano. Per esempio quest'anno i mugugni sulla stagione estiva salgono fino al cielo, ma ognuno offre valutazioni che sono soggettive e come tali non sistematiche.