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24 lug 2011

L'eccesso di canzoni in inglese

di Luciano Caveri

Nel club in Sardegna, dove sto vivendo gli ultimi scampoli di vacanza, trasmette in diretta, in questo mese di luglio, "Radio Italia". Questa emittente, nata nel 1982 e sviluppatasi nella logica "solo musica italiana", è ormai una delle radio private di maggior successo in Italia. Da tempo prevede la ritrasmissione via satellite in alcuni Paesi con comunità italofone e con la diffusione sul web copre un potenziale pubblico nel resto del mondo. In Francia dall'inizio degli anni Novanta, con successive modifiche di legge, nelle trasmissioni radio è necessario rispettare "quote" di canzoni e artisti francofoni per evitare un eccesso di invasività dell'inglese a salvaguardia della nota "diversità culturale". Anche se proprio ultimamente c'è stata una polemica sul fatto che le emittenti si concentrerebbero sulle poche hit in francese a discapito del resto della produzione. In Italia nulla del genere è stato fatto dal legislatore e l'inglese, pur incomprensibile ai più, dilaga da anni nella radiofonia italiana con un'esterofilia talvolta risibile. "Radio Italia" è stata un antidoto nato dal mercato stesso e non imposto dal legislatore. Per la salute del nostro francese in Valle e dello stesso francoprovenzale sarebbe interessante che le emittenti locali ("RaiVdA" lo fa nei ristretti spazi radiofonici a disposizione anche, per essere onesti, a seguito di obblighi convenzionali) si muovessero di più nella diffusione di autori valdostani e della vasta discografia francofona.