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22 lug 2011

Il passeggino risciò

di Luciano Caveri

Leggo nel dizionario etimologico che il termine "passeggino" è stato usato, per indicare il mezzo di trasporto dei bambini piccoli, per la prima volta nel 1958, mio anno di nascita. Il precedente, ormai in disuso, era "carrozzina", che risaliva invece al 1887. Fatto sta che il "passeggino" è davvero figlio del "boom economico" del dopoguerra e ha raggiunto livelli davvero sofisticati, come i "fuoristrada" che si incrociano lungo i sentieri durante le gite in montagna. Osservo un fenomeno crescente, dovendo come padre attempato di un neonato frequentare il mondo che ruota attorno ai pargoletti. Si tratta dell'uso sempre più allungato del passeggino per bambini assolutamente in grado di camminare - che so di 5, 6 anni e talvolta di più - che sono spinti, come fossero clienti su di un risciò, da familiari stremati. Nuova frontiera dei vizi e dei capricci, di cui ho più volte detto da questa mia pagina in cui ci siamo intrattenuti, con l'aiuto di alcuni frequentatori, sul degrado dell'educazione. L'altra sera, con degli amici, discutevamo delle punizioni di certi maestri di una volta, talvolta con una vena di sadismo degna di miglior causa, ma perlopiù interpreti di un'educazione severa che aveva un suo perché. Oggi ci sarebbero petizioni e denunce contro le "violenze".