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08 lug 2011

Occhio alla topica

di Luciano Caveri

Invidio chi conosce a memoria i nomi di tutte le montagne della Valle e riesce, anche con un rapido colpo d'occhio ad una fotografia, a reagire, contestualizzando lo scatto e la prospettiva da cui è stato ritratto il panorama. Io penso di avere una buona conoscenza del territorio valdostano e, fra giornalismo, politica e voglia di girare, ritengo di aver messo un buon fieno in cascina e di aver avuto la fortuna di vedere paesaggi valdostani anche meno noti. Per altro, non finisco mai di stupirmi nel trovare zone mai viste e siti che consentono visuali nuove e originali. In diverse circostanze, ho poi avuto la fortuna di vedere la Valle dall'elicottero: ricordo, ad esempio, un volo con l'allora sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, felice come un bambino e stupito dalla bellezza dei "nostri" 4000. Come ho già avuto modo di scrivere, ogni volta che sorvolo con aerei di linea la nostra Regione aguzzo lo sguardo e restano straordinari i ricordi di alcuni decolli e atterraggi sull'aeroporto "Corrado Gex". Per questo mi dispiace vedere ogni tanto immagini che nulla hanno a che fare con la nostra Regione, specie quando ci si trova di fronte a qualcosa di macroscopico. È il caso della montagna, icona per definizione e per eccellenza di una cima ardita, denominata Cervino. Quante volte vedo riprese anche da noi foto che ritraggono questa celebre vetta dal versante svizzero e non è certo la stessa cosa. In Svizzera, precisi come sono, non si farebbero scrupolo di segnalare eventuali errori, come appunto la presenza di immagini non coerenti con il proprio territorio. Si tratta di un'elementare ragione di rispetto.