Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
22 giu 2011

«Stai tranquillo»

di Luciano Caveri

E' stato Eduardo De Filippo ad intitolare la sua ultima commedia ""Gli esami non finiscono mai". Espressione amara di quest'ultimo suo personaggio, "costruito" sulla maschera di un vecchio con i suoi rimpianti e le sue recriminazioni. Ridere per non piangere. Eppure quel modo di dire è rimasto perché racconta la verità di una vita nella quale le prove si susseguono e quelle scolastiche, alla fine, risultano lievi e fanno sorridere per i ricordi. Mia figlia Eugénie, essendo stato abolito da qualche anno l'esame di quinta elementare, sta affrontando l'esame di terza media, primo esame vero e proprio della sua carriera di studentessa. Lo fa, come nel suo carattere, senza farlo pesare a nessuno e glissando sulle sue emozioni. Ma fa tenerezza lo stesso perché vedere crescere i propri figli e osservarli mentre si sviluppano, veloci come dei funghi, e affrontano i primi ostacoli è non solo una bella esperienza, ma ti aiuta a capire i tuoi di genitori, scoprendo talvolta un'indulgenza tardiva per la maledetta complessità del rapporto fra genitori e figli, ormai vista, da adulti, dall'altra parte della barricata. Gli esami, comunque sia, non finiscono mai e lo vediamo nella quotidianità e l'espressione banale che ricordo mi disse mio papà, proprio per gli esami di terza media, fu niente altro che: «stai tranquillo». Frasetta sintetica di un uomo abituato a nascondere dietro a espressioni scherzose i propri sentimenti, che mi è servita allora e mi accompagna ancora oggi negli esami che, alla fine facendoti sentire vivo, non finiscono davvero mai.